Giorni decisivi per la scuola, tra riforma e rinnovo Rsu
È ormai pronto il disegno di legge del governo sulla “buona scuola”, con le annunciate assunzioni di migliaia di precari, che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri previsto per domani (martedì 10 marzo). Sul provvedimento il premier Matteo Renzi sembra aver rinunciato all’ipotesi del decreto legge: “presentiamo il disegno di legge al Parlamento chiedendo di discuterlo velocemente. Se le opposizioni non fanno ostruzionismo, ma provano a dare una mano anche migliorando il testo, non ci sarà alcun provvedimento di urgenza da parte nostra”. Anche se, di fronte invece a difficoltà sui tempi di approvazione, il governo potrebbe comunque varare un decreto per i primi 50 mila insegnanti
Una riforma, quella della scuola annunciata dall’esecutivo, che sicuramente non piace alla Flc Cgil. Che intanto, però, festeggia la “netta vittoria” alle elezioni per il rinnovo delle Rsu. I dati, seppur ancora incompleti, segnalano il successo delle liste Cgil: il 33 per cento dei consensi nelle scuole, il 34 nelle università, il 33 nell’Afam, il 37 nella ricerca. “La Flc Cgil – spiega il segretario generale Domenico Pantaleo – si conferma primo sindacato in termini di voti Rsu e di rappresentanza, a conferma della sua forza e credibilità tra i lavoratori della conoscenza”. Pantaleo sottolinea, in particolare, quanto sia stato “importante avere fatto votare ed eleggere i precari, che possono così contare sulla rappresentanza nelle Rsu per fare valere sempre le ragioni della solidarietà e unità in tutti i luoghi della conoscenza. Noi non lasceremo mai soli i lavoratori e le Rsu elette, e saremo intransigenti e coerenti nel difendere i diritti”.
Tornando alla riforma del governo, per la Flc Cgil “i provvedimenti annunciati sono un ulteriore attacco alla scuola pubblica e ai diritti dei lavoratori. Non si intravede alcun segno di vera innovazione, ma si continua nella stessa direzione fallimentare delle riforme della Gelmini”. Pr il sindacato di Pantaleo “si trasformano le scuole in luoghi simili alle aziende, cancellando democrazia e contrattazione. L’istruzione viene piegata alle logiche del mercato, smarrendo quei contenuti culturali e sociali che sono fondamentali per garantire inclusione e uguaglianza. Non ci sono investimenti per migliorare la qualità formativa e valorizzare il lavoro. Tutto avviene in modo confuso e senza alcuna visione di reale cambiamento”.

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