Gli ambulanti di Confcommercio rinnovano i loro organismi
PERUGIA - In Umbria, a giugno 2014 (dati Rapporto Terziario di Mercato Confcommercio), sono state censite 2.210 imprese del commercio ambulante (185.700 in Italia): 369 del settore alimentare, 1.000 di abbigliamento, tessuti, calzature, 793 altri prodotti, 48 mobili e articoli per la casa. Nonostante il peso della crisi, che ha colpito duramente, tutti i comparti dell’ambulantato risultano in crescita rispetto al 2.010: + 221 unità in totale, di cui +11 nell’alimentare, + 107 nell’abbigliamento e calzature, +100 su altri prodotti, +3 nel comparto mobili e articoli per la casa. Questo aumento colloca tra l’altro l’Umbria in controtendenza rispetto alla quasi totalità delle altre regioni italiane.
Numeri che testimoniano l’importanza di un comparto che incontra sempre il gradimento dei consumatori, ma che vive molte difficoltà e una profonda fase di trasformazione. Queste problematiche sono state al centro dell’assemblea elettiva della Fiva, l’associazione degli operatori su area pubblica aderente a Confcommercio della provincia di Perugia, che si è svolta oggi a Perugia, presso la sede dell’organizzazione di Via Settevalli.
Chiamata ad eleggere il nuovo Consiglio, l’assemblea è stata aperta dalla relazione del presidente uscente e candidato alla rielezione, Massimiliano Baccari, che ha messo in evidenza in primo luogo l’urgenza di andare ad una riqualificazione dei mercati umbri, sotto molteplici aspetti.
“La deregulation commerciale – ha evidenziato Baccari – ha portato in questi anni a dequalificare molto l’offerta, e questo è un primo problema. Ma più ancora si pone l’urgenza, determinata dai mutati assetti urbanistici di città e paesi, di ripensare la localizzazione di molti mercati, oggi troppo spesso situati in contesti che i consumatori non frequentano più e in aree prive di ogni infrastruttura, come servizi igienici e acqua pubblica. In questo modo viene meno la funzione di servizio alla clientela, con penalizzazione sia dei cittadini, che non hanno la possibilità di utilizzare una formula commerciale che ha tante specificità e vantaggi rispetto agli altri, sia delle imprese, la cui redditività sta crollando. L’importanza economica del settore e la necessità di salvaguardare la pluralità dei format distributivi impongono alle istituzioni di provvedere quanto prima ad un sistematico riassetto dei mercati e di essere sensibili alle istanze di migliaia di imprese che hanno bisogno di incentivi per crescere. Fiva-Confcommercio si pone come interlocutore principale in questa partita, nella quale intendiamo coinvolgere prima di tutto l’Anci”.
Parallelamente al farsi portavoce dell’esigenza di riqualificazione, Fiva sta portando avanti, attraverso l’associazione Fiev, anche un azione di implementazione del numero dei mercati stessi, per dare maggiori prospettive alle attività del settore e consentire una sempre più capillare diffusione di un format distributivo caratterizzato dall’essere luogo di socializzazione e di relazioni, quindi particolarmente gradito a certe fasce di utenza.
Al centro della relazione di Baccari anche il tema sicurezza e abusivismo, rispetto a cui si registrano negli ultime tempi azioni più incisive ed efficaci di controllo e di contrasto dell’illegalità da parte delle Forze dell’Ordine. “Quanto fatto negli ultimi mesi da parte delle Forze dell’Ordine -con le quali Fiva ha costanti e ottimi rapporti di confronto e collaborazione, che intendiamo ulteriormente approfondire - ci fa ben sperare, ma non dobbiamo pensare che il problema sia risolto, né tanto meno abbassare la guardia. Non dobbiamo infatti mai dimenticare che dietro agli ambulanti abusivi c’è la malavita organizzata: i recenti fatti accaduti in Umbria ci obbligano a tenere sotto stretto controllo qualunque contesto economico attraverso il quale il crimine possa mettere radici nella nostra realtà. Fiva continuerà la sua azione di denuncia, ma anche di sensibilizzazione presso i consumatori, che troppo spesso non tengono conto dei retroscena che ci sono dietro il semplice abusivo, ultimo anello di una catena di sfruttamento, e del prezzo che in realtà la società, e dunque loro stessi, pagano ogni qualvolta acquistano un prodotto contraffatto e venduto illegalmente”.
La categoria è alle prese anche con l’esigenza di modernizzare e implementare le proprie competenze: nel programma futuro di Fiva-Confcommercio ci sono percorsi formativi specifici, che servano anche ad avvicinare i giovani all’attività di ambulante: “Il settore oggi – ha concluso Baccari - è ricco di risorse umane, giovani e di qualità, che vanno valorizzate e che sono ben lontane dallo stereotipo dell’ambulante di una volta. E’ un patrimonio imprenditoriale della nostra regione che le istituzioni devono considerare con attenzione e incentivare”.

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