Restituire dignità e identità ai lavoratori della polizia locale. È questo l’impegno che la Fp-Cgil dell’Umbria con il Coordinamento regionale Cgil della polizia locale, ha voluto rilanciare oggi, 18 febbraio, nell’iniziativa “Polizia locale, fotografia di una professione in evoluzione” che si è tenuta presso la sala consiliare del Comune di Terni, a Palazzo Spada, e ha visto la partecipazione di decine di agenti, in particolare della polizia municipale di Terni, ma anche di Foligno, Spoleto e Perugia.

Una mattina di confronto e sfogo, dalla quale è emerso con chiarezza il forte senso di disagio e malessere che affligge gli operatori di questo settore.

Un settore, prima di tutto, gravato da una forte carenza di personale, generata dai tagli continui e lineari che hanno colpito gli enti locali, come sottolineato nei loro interventi da Silvia Pansolini, segretaria regionale Fp-Cgil e Lorenza Coraggi, del coordinamento regionale della polizia locale. Impressionanti nel dettaglio i numeri della situazione umbra: a Foligno a fronte degli 80 agenti di polizia municipale previsti dalla legge ne sono in servizio solo 40, a Terni 103 su 160, a Spoleto 32 su 54, a Città di Castello 27 su 57 e, infine, a Perugia 126 su 233.

Ma non sono solo gli organici a mancare. “Siamo arrivati a situazioni davvero insostenibili – ha spiegato Alberto Bonifazi, istruttore tecnico del corpo di polizia municipale di Terni -  nelle auto di servizio le radio non funzionano e gli agenti sono costretti a usare il telefono per comunicare con la centrale. Non ci sono i soldi per lavare le vetture e si creano situazioni paradossali per le quali, nei giorni del blocco del traffico per inquinamento, gli agenti che devono multare le euro3 in circolazione sono in servizio anche loro su euro3 o peggio”.

Esempi che descrivono bene lo stato di malessere che nel corso dell’iniziativa è stato denunciato a più riprese nei vari interventi degli operatori di polizia presenti. “Dignità” e “identità” questi i termini più ricorrenti usati dagli agenti, che hanno anche sottolineato il livello sempre più alto di aggressione mediatica alla quale sono sottoposti, in particolare sui social network.

Di qui l’appello da una parte alle istituzioni locali e agli stessi comandanti ad intervenire (l’impegno preso dalla Cgil, con le nuove Rsu che saranno elette a breve, è quello di organizzare un’assemblea di tutto il personale di polizia locale con le amministrazioni), dall’altra al governo nazionale, per mettere mano finalmente ad una riforma che vada a sanare le incongruenze di trattamento per una professione che è appunto in continua evoluzione. “Ci stiamo battendo, unitariamente, insieme agli altri sindacati per ottenere una vera riforma della nostra funzione – ha detto nel suo intervento conclusivo il coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia Locale, Stefano Bianchi – per questo abbiamo manifestato in tutta Italia sotto le prefetture lo scorso 10 febbraio, mobilitazione che ci ha portato anche ad aprire un dialogo con alcuni senatori, ai quali abbiamo cercato di spiegare le nostre ragioni e quello che per noi è essenziale: cancellare le disparità di trattamento rispetto ad altri corpi di polizia, senza perdere però la nostra identità e autonomia, per restituire dignità a decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori”. 

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