Drammatica la situazione dei dipendenti delle Province
L'USB esprime forte preoccupazione per la situazione determinata dalla L. 56/2014 (Delrio) così come attuata con le modifiche ed interventi previsti nella Legge di stabilità.
Le prospettive e le scelte rappresentate dalla Regione dell'Umbria ieri, all'incontro dell'Osservatorio regionale al quale l'USB ha partecipato, sono sotto riportate con evidenziati i punti di criticità che a nostro avviso si determineranno:
-La Regione riprenderà le deleghe fino ad ora gestite dalle Province con il personale a suo tempo trasferito. Una verifica di compatibilità finanziaria, dirà se sarà possibile "allargare" agli organici, che ad oggi effettivamente gestiscono le stesse.
-Si applicherà la "pre-Fornero alle due Province e si individueranno le unità con il requisito del pre-pensionamento (dovrebbero essere circa n.120 unità)
-Si procederà alla costruzione di una "tabella tecnica" (ad opera degli Uffici regionali) assemblando i dati già in possesso dell'O.R. e forniti dalle due Amm.ni, determinando così la definizione delle dotazioni organiche e della loro diversa collocazione nei servizi. Alla tabella saranno applicati i criteri previsti dalla Legge di Stabilità sui tagli agli organici (50%) ed ai costi del personale e si individueranno, in tal modo, i numeri degli "esuberi" e la loro collocazione.
-Si "allarga" alla presenza dei Prefetti in seno all'Osservatorio Regionale allo scopo di meglio cogliere la "mappatura" dei posti vacanti che andranno individuati per le mobilità, guardando non solo agli EE.LL., ma anche agli uffici periferici dello Stato.
-Si prevede la presenza, come sostenuto dall'USB già nell'incontro precedente, delle RSU delle due Province ai lavori dell'Osservatorio.
-La R.U., rispetto alla tempistica, prevede il termine del 31 marzo per la reinternalizzazione delle funzioni delegate.
-Verrà istituita l'Agenzia Regionale nella quale confluirà tutto il personale dei Cpi. Questo in attesa dei decreti attuativi del Job Act, che dovranno definire l'Agenzia Nazionale ed anche il futuro delle funzioni della Formazione professionale. Non condividiamo tale scelta in quanto consideriamo inscindibile la gestione di queste materie ed anche le modifiche alla Legge di stabilità, che prevedono un finanziamento aggiuntivo di 60 milioni di Euro da fondi europei per i Cpi, non pone a nostro avviso in sicurezza, ne l'occupazione ne l'efficienza di questi importanti servizi.
-I 53 contratti a T.D. dei precari dei Cpi di Perugia sono stati prorogati fino al 31/12/2015.
-Resta incerto il destino dei 160 dipendenti delle ex C.M..Si concretizza l'ipotesi di percorso n. 2 previsto dal protocollo a suo tempo stipulato tra R.U. e CGIL,CISL e UIL e cioè l'assegnazione alle 4 zone sociali (Unioni dei comuni). Questa ipotesi è però mal vista ora dagli stessi sindacati firmatari del protocollo. La R.U. si è resa disponibile a ragionare rispetto ad altre proposte o suluzioni che in questa situazione in verità, appaiono sempre più aleatorie.
Lo scenario che si prospetta è quindi veramente complesso e preoccupante per i lavoratori ed i servizi. Incombe su tutto l'impossibilità espressa dai Presidenti delle Province di fare i bilanci il 31/3/2015. La possibilità del dissesto, quindi, si avvicina concretamente.
La Regione, richiamata dall'USB ad un'assunzione di responsabilità politica per scongiurare perdite occupazionali, ma anche per garantire i salari dei lavoratori ed i livelli consolidati degli stessi, ha "glissato" scaricando le colpe di questo quadro drammatico sul Governo e rappresentando il fatto che la Regione stessa dovrà far fronte a 126 milioni di nuovi tagli.
In questo contesto i lavoratori restano senza certezze di fronte ad un destino sempre più incerto e preoccupante.
Avremo:
-lavoratori di serie "A", quelli cioè che seguiranno le deleghe e che torneranno in Regione e che quindi avranno, quantomeno, qualche certezza per tempi e prospettive del loro futuro;
-lavoratori di serie "B" quelli che permarranno nell'Ente di Area Vasta, con tutta l'incognita e la pericolosità di vedere mortificata la propria condizione professionale e retributiva (presto anche gli stipendi saranno a rischio)
Lavoratori di serie "C" che, rispetto ai "B" dovranno ANCHE scontare il percorso delle mobilità, non si sà dove, non si sà quando nei prossimi due anni, non si sà come.
Di fronte a questa situazione drammatica, è risultato stucchevole il protrarsi della discussione, evidenziata anche dal Giornale dell'Umbria, nella quale i sindacati confederali si sono ampiamente spesi, rappresentando soprattutto interesse e preoccupazione per i "tavoli": quali tavoli...chi ci partecipa...per fare cosa...pronti quindi a mettere le mani in pasta per gestire (o quantomeno con l' illusione di gestire) gli esuberi e "le disgrazie" dei lavoratori!.
Nessuno tranne l'USB ha richiamato la Regione ad un'assunzione di responsabilità politica "a prescindere" rispetto alle drammatiche ricadute di questo contesto.
Inutile il richiamo da noi fatto ad altre partite precedentemente gestite dalla Regione (leggi Comunità Montane), per salvaguardare un territorio nel quale il dato della disoccupazione è tra i più pesanti nel panorama nazionale.
La verità è che non si vuole ancora leggere la realtà.
E' nel disegno del Governo, forte e chiara, la volontà di "spalmare" i tagli ed i costi di questa scellerata operazione proprio sulle Regioni, sui territori e soprattutto sulla pelle dei lavoratori!.
Quanto ai sindacati...Quante volte mentre l'USB era in piazza, o sotto il palazzo del Governo, a manifestare per difendere le Province, lor signori, con il sogghigno dei saccenti ed il cappello in mano, erano vicino al politico di turno, convinti di sistemare tutto attraverso la collateralità ed il consociativismo?
Ora è certo difficile confrontarsi con chi conosce la verità, con chi, guardandoli negli occhi, può ricordare loro che sono corresponsabili di questa situazione.
La Federazione provinciale di Terni

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