Uil Umbria si prepara allo Sciopero Generale del 12 dicembre
“Sarà uno sciopero molto importante. Non uno sciopero politico, però, ma di contenuti. Infatti, le ultime manovre del Governo su Legge di stabilità, riforma della pubblica amministrazione, mercato del lavoro e, soprattutto, sul blocco dei contratti pubblici, che ormai dura da più di sei anni, non fanno altro che accrescere le difficoltà economiche di questo paese”. A dirlo è stato Antonio Foccillo, segretario confederale di Uil, intervenuto, giovedì 4 dicembre, al Consiglio confederale di Uil Umbria aperto alle Rappresentanze sindacali unitarie e ai Gruppi aziendali Uil, che si è tenuto a Perugia per fare il punto della situazione e organizzare al meglio lo sciopero generale nazionale indetto da Cgil e Uil per venerdì 12 dicembre.
Protesta che in Umbria, oltre all’astensione dal lavoro, prevede anche due manifestazioni nei capoluoghi di provincia. A Perugia i lavoratori si concentreranno nei pressi dello stabilimento Perugina Nestlé di San Sisto, alle 9.30. A prendere la parola saranno, oltre a delegati e delegate delle varie maestranze, Mario Bravi, segretario generale della Cgil Umbria, e Paolo Carcassi, segretario nazionale di Uil. “Bisognava puntare sugli investimenti pubblici – ha spiegato ancora Foccillo –, cambiando questa logica dell’austerity che ha prodotto, in Italia e in altri paesi europei, una situazione drammatica dal punto di vista occupazionale. L’Europa ha perso sei milioni di occupati. È una cifra enorme. Di fronte a questa situazione c’è da invertire la tendenza”.
“L’Italia – ha aggiunto il segretario confederale di Uil – avrebbe dovuto puntare sugli investimenti per l’innovazione e la ricerca e favorire le imprese, cercando di dare loro un credito agevolato, riducendo il costo dell’energia e creando infrastrutture per poter vendere meglio i prodotti. Questo poteva essere già stato fatto nella Legge di stabilità”. “Dal punto di vista della domanda interna – ha concluso Foccillo – bisognava favorire i consumi. Abbiamo il 70 per cento delle imprese che produce per la domanda interna. Se noi non aumentiamo le pensioni e non le detassiamo insieme ai salari e agli investimenti in innovazione e occupazione difficilmente questo paese si potrà rilanciare. L’aumento degli stipendi, l’indicizzazione delle pensioni e la riduzione della fiscalità avrebbero, al contrario, favorito i consumi. Non bastano 80 euro al mese che sono solo una goccia nel mare”.
Ai lavori del Consiglio confederale di Uil Umbria erano presenti, tra gli altri, Claudio Bendini, segretario confederale di Uil Umbria, Gino Venturi, segretario generale di Uil Terni, e Alessandro Emili, segretario regionale di Uil trasporti Umbria.

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