(di Federica Liberotti) (ANSA) - Questa volta l'invito dal Governo a riprendere il lavoro all'Ast di Terni dopo 32 giorni e' arrivato esplicito. "Spero che siano riconosciuti i passi in avanti e si possano rimodulare le forme di lotta sospendendo lo sciopero a oltranza" ha detto oggi il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, dopo gli inviti al senso di responsabilita' rivolti ieri dal premier Matteo Renzi e dal ministro Federica Guidi.

Un auspicio diretto all'assemblea della rsu prevista per domani alle 9,30 in fabbrica. Una riunione convocata proprio per discutere su come proseguire la protesta. La fabbrica sembra infatti ormai divisa: tra i lavoratori sono ormai diversi coloro che vorrebbero rivedere le forme di mobilitazione, rientrando al lavoro. I delegati delle Rsu stanno sondando il terreno per capire qual e' la linea maggioritaria e domani, al termine di una discussione che si annuncia articolata, potrebbero decidere.

Sempre domani e' prevista l'assemblea spontanea di un gruppo di dipendenti delle imprese esterne che lavorano per Ast, anche loro convinti che la mobilitazione possa essere rimodulata. Anche in vista del nuovo incontro previsto mercoledi' al ministero dello Sviluppo economico. Del quale ha parlato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "quando c'e' una trattativa in corso ci sono i potenziali, le possibilita' che le cose si risolvano positivamente e mi auguro che il prossimo passaggio sia quello cruciale".

E delle imprese esterne e' tornato a parlare oggi il vicepresidente di Confindustria Umbria e presidente della sezione territoriale di Terni, Stefano Neri, che, invitando a dire "basta alle guerre di trincea", ha ricordato le difficolta' e i danni causati dallo sciopero alle aziende dell'indotto, che occupano direttamente circa 1.200 persone. Neri ha ricordato che "la trattativa e' in una fase nuova" e ha sottolineato i passi in avanti fatti, soprattutto sul fronte degli investimenti previsti in un quadriennio (170 milioni, con il trasferimento della linea a freddo di Torino), della produzione (almeno un milione di tonnellate di acciaio fuso, con i due forni attivi) e degli esuberi. Erano circa 550 quelli inizialmente previsti nel piano industriale presentato il 17 luglio scorso, scesi poi a 291, anche se Ast ha spiegato che in 160 hanno gia' firmato per l'esodo incentivato e altri 40 hanno dato l'adesione per l'uscita.

"Lavoriamo - ha detto ancora il sottosegretario Bellanova - perche' non ci sia nessun licenziamento forzoso ma solo uscite volontarie nei prossimi 24 mesi con incentivi".

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