Ast/ I toni si fanno accesi e operai acciaierie valutano le mosse da fare
TERNI - Il senso di responsabilita' da parte degli operai "non e' mancato e non manchera'", e la discussione tra i lavoratori su come rimodulare la propria protesta e' gia' in corso: di fronte ai diversi appelli alle parti lanciati nelle ultime ore dal Governo per giungere presto ad un accordo sull'Ast di Terni, sindacati e dipendenti dell'acciaieria, arrivati al 31° giorno di sciopero, rivendicano la loro autonomia di scelta, ma valutano anche le prossime mosse.
"Giusto che venga invocato il senso di responsabilita' - commenta il segretario provinciale della Uilm, Nicola Pasini - ma per modificare il percorso avviato fin qui, modificando la protesta, vanno espletati tutti i passaggi previsti, aprendo una riflessione insieme alle rsu. Solo se emergera' una volonta' chiara si potra' tornare in fabbrica".
La riunione delle rsu si terra' domenica mattina, visto che nelle ultime ore il confronto sul da farsi, tra i dipendenti, si sta facendo piu' animato: nonostante l'assemblea di ieri abbia deciso di proseguire lo sciopero, cresce, infatti, il fronte di coloro che vorrebbero tornare a lavorare, anche parzialmente.
"Gli umori sono contrastanti - spiega Claudio Bartolini della Fim Cisl - di fronte all'emergere di queste contrapposizioni una valutazione tra le segreterie dovra' essere fatta". Per Daniele Francescangeli dell'Ugl metalmeccanici "passi in avanti nella trattativa ci sono stati, ma l'accordo ancora no. Per cui - continua - ne' Renzi ne' la Guidi possono spingere i lavoratori a fare qualcosa di diverso da una lotta che finora ha pagato.
Saranno gli operai a decidere se mantenere lo stesso peso della lotta o trovare altre forme".
Ai presidi, nelle ultime ore, i toni si fanno piu' accesi. "Questa mattina ho assistito a una discussione tra alcuni colleghi e 150 persone, sia operai che impiegati, che vorrebbero rientrare in fabbrica - dice Massimiliano, un lavoratore ai cancelli della fabbrica -. Forse non hanno capito che se molliamo la presa ora
la trattativa ripartira' da zero. E visto che Renzi parla tanto di Terni venga almeno una volta qua". "Noi siamo responsabili ma non ci fidiamo delle aperture fatte dall'azienda – aggiungono Mirko, Vincenzo e Gianluca - lo sciopero deve continuare".
Secondo un altro lavoratore "la lotta e' stata sempre democratica e pacifica e ha pagato, quindi bisogna proseguire".
Sul fronte opposto, invece, si va portavoce delle istanze dei colleghi un operaio, Michele Dettori, ex coordinatore rsu Fiom, che in una lettera propone di indire un referendum "per uscire dallo stallo e decidere se riprendere le attivita' produttive, permettendo quindi realmente di difendere il posto di lavoro, il salario, la fabbrica e la citta'".

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