(di Marianna Berti) (ANSA) - ROMA - Sindacati e Governo fanno fronte comune e chiedono all'Ast di mantenere livelli produttivi minimi, con tutti e due i forni aperti non solo per due anni ma per l'intera durata del piano industriale, che e' quadriennale. I metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil, Ugl dopo il tavolo al ministero dello Sviluppo, parlano di "posizione convergente" con l'esecutivo. Resta pero' da capire come rispondera' l'azienda, che per ora esprime solo rammarico per il mancato cenno, durante l'incontro, al ritorno in funzione dell'acciaieria, dopo 24 giorni di sciopero. L'azienda preme, infatti, affinche' "l'operativita' possa riprendere quanto prima". Cio', sottolinea, "nell'interesse di tutti".

Insomma dopo le tensioni dei giorni scorsi, dopo sole 48 ore dal blocco dell'Autostrada del Sole, al ministero di Via Veneto si e' parlato dei contenuti della vertenza in un clima che, a detta dello stesso ministero, e' apparso "piu' disteso". E i confini sono ormai chiari, bisogna tirare solo le somme e il tavolo di martedi' a Roma sara' cruciale. L'attesa e' forte e anche il ministero riconosce come le speranze siano riposte proprio su quella data, perche' "possa rappresentare un significativo passo avanti".

In realta' l'agenda della prossima settimana segna 'Ast' praticamente tutti i giorni. Non a caso il Mise parla di "colloqui che proseguiranno nelle prossime ore tra tutte le parti". Si comincia lunedi', con il faccia a faccia tra i sindacati e il board tedesco di Thyssenkrupp, che controlla l'acciaieria, nel quartier generale della multinazionale, a Monaco di Baviera. Martedi' tutti dovranno scoprire le carte, nella gia' annunciata riunione al Mise, i cui esiti saranno portati mercoledi' dai sindacati all'assemblea dei lavoratori a Terni.

A questo punto sarebbero due gli scenari, secondo la Fiom: "si continua ad oltranza con la trattativa per arrivare ad un accordo", oppure, "in assenza di risposte, si intensificano le forme di lotta". La prima opzione e' quella per cui si sta lavorando tanto che le parti sarebbero pronte a riunirsi, sempre al ministero dello Sviluppo, giovedi' 20 novembre.

Pochi giorni dividono quindi dall'appuntamento con la 'verita'' ma la strada e' lunga, visto che in ballo c'e' la sorte dello stabilimento. I punti fermi su cui sarebbero in accordo sia il governo che i sindacati sono: la conservazione di entrambi i forni per quattro anni (senza la messa in dubbio del secondo dopo 24 mesi, come nel piano originario), la soglia minima di un milione di tonnellate di acciaio, l'ampliamento dei prodotti ai mercati mediterranei non limitandosi al bacino nordeuropeo. Se c'e' intesa su queste premesse si puo' poi ragionare di esuberi, spiegano i sindacati, con la Fiom che vorrebbe restringere il campo a 100 unita', da trattare con ammortizzatori sociali come la mobilita' incentivata e la solidarieta'.

L'Ast dal canto suo puo' contare, calcolano le tute blu della Cgil, su un abbattimento dei costi dell'energia ("da 12 milioni l'anno"), dell'Irap come previsto dalle novita' di legge ("altri 4milioni") e sugli impegni a migliorare la logistica ("collegamento Terni-Civitavecchia).

Gli operai arrivati a Roma per il tavolo al ministero, circa una ventina, hanno aspettato silenziosi i risultatidell'incontro in un'atmosfera completamente diversa rispetto agli scontri di fine ottobre. Anche se tutt'intorno, nelle stesse ore, andava in scena lo sciopero sociale.

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