ROMA – Sulla ormai lunga vicenda delle acciaierie di Terni si stanno moltiplicando in queste ore prese di posizione assai critiche per come la questione sia stata affrontata dal governo Renzi. Critiche che era da attendersi, soprattutto da parte sindacale, ma molte anche quelle espresse da rappresentanti del mondo della politica, di distinta provenienza: dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, ma anche dal mondo della sinistra e non sono mancati accenti critici, preoccupati per i risvolti drammatici che la questione sta assumendo anche a causa della esasperazione che sta montando a Terni, e non solo fra i lavoratori quanto mai preoccupati per il loro futuro e quello delle loro famiglie. Qui di seguiro ne riportiamo alcune fra le più significative.

Gotor (Pd): “No a facili ottimismi, serve une politica industriale” - "La storia dell'Ast rappresenta come non mai il senso di isolamento e, a volte, di vero e proprio abbandono in cui sono costrette a vivere numerose realta' locali". Lo afferma in una nota il senatore del Pd Miguel Gotor, che chiede al Governo, di non indulgere "in facili ottimismi".
"Se esiste una geografia europea degli acciai speciali, un polo produttivo di eccellenza come quello di Terni - continua - avrebbe tutto il diritto di essere presente, se solo esistesse, una politica industriale degna di questo nome in Italia. Una politica industriale che manca da quando nel 2008 fu programmato dall'allora ministro Bersani il Piano industria 2015 che il successivo governo Berlusconi colpevolmente lascio' cadere e che oggi, a causa della crisi economica, abbiamo difficolta' a riprendere''.  Secondo Gotor: "la vocazione manifatturiera e industriale italiana deve essere rilanciata tramite investimenti pubblici e privati che devono trovare nell'attuale Governo non un luogo di divisione del mondo del lavoro, ma un centro propulsore, ad esempio ponendo all'Europa la questione dello scorporo dal calcolo del deficit dell'indebitamento realizzato a fini produttivi e di investimento".   "Le Acciaierie Speciali di Terni - ricorda la nota - rappresentano il 20 per cento del Pil dell'Umbria e delineano una prospettiva di sviluppo e la speranza di una Regione battuta come le altre dalla difficile congiuntura economica. Se non interveniamo con gli strumenti della politica resteranno solo la rabbia nuda degli operai e la desolazione incattivita di una comunita'".

Capone (Ugl), governo intervenga, è a rischio la tenuta sociale - Il governo deve intervenire sulla Ast ìdi Terni e far si' che non venga messo in discussione un settore strategico come quello siderurgico. E' quanto chiede Paolo Capone, segretario generale Ugl, dopo la riunione di ieri al ministero dello Sviluppo economico con sindacati e azienda  e le nuove proteste organizzate dai lavoratori in sciopero.
"Vista la gravita' della situazione sarebbe opportuna da parte del governo una immediata convocazione per riaprire la discussione sul piano industriale dell'Ast che ad oggi ancora non manifesta le garanzie richieste dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori di Terni sul futuro delle acciaierie - afferma Capone, secondo cui "e' in pericolo la tenuta sociale di un intero territorio e l'esistenza di una filiera industriale strategica come quella degli acciai speciali".

Barozzino (Sel), serve un piano industriale, il governo cambi rotta - "Se si vogliono davvero difendere gli operai delle acciaierie di Terni e i lavoratori degli altri 160 tavoli aperti, il Governo deve subito cambiare rotta con un serio Piano industriale, invece si continuano ad usare i soliti mezzucci, compresi quelli contenuti nel jobs act, i soliti trucchetti dell'Ottocento, volti a smantellare le tutele dei lavoratori". Lo ha detto in Aula il senatore Giovanni Barozzino, capogruppo di Sel in commissione lavoro.
"Il problema - ha aggiunto - e' che i lavoratori non possono piu' permettersi di aspettare. Si vuol far credere ai cittadini che togliere i diritti equivale a creare nuovi posti di lavoro: un assioma che non regge. I fatti da tempo - ha concluso Barozzino - ci hanno dimostrato il contrario".

Airaudo Sel), il governo fa melina - "Il Governo sulle Acciaierie Speciali Terni fa melina, non impegna l'azienda ai suoi doveri e lascia alla ThyssenKrupp il logoramento dei lavoratori. Questo e' inaccettabile. Il governo Renzi rischia di fare "chiacchiere", mentre ai lavoratori servono fatti". Lo afferma Giorgio Airaudo, responsabile lavoro di Sel.
"Sotto i riflettori e davanti alle TV annuncia disponibilita' dell'impresa che poi ai  tavoli  la multinazionale tedesca ridimensiona. Renzi registri che serve un impegno diverso ed efficace del governo, fino ad immaginare la partecipazione pubblica all'impresa, a tutela del lavoro, del patrimonio industriale  e del futuro del Paese nel settore manifatturiero.
Il Governo deve spendersi maggiormente a difesa della lavoro, a tutela di quei lavoratori. La Thyssen deve aumentare in modo significativo i tonnellaggi se vuole dare futuro al secondo forno,  all'occupazione e all'indotto. L'arrivo da Torino del laminatoio 5, la linea della "strage", oltre ad  essere macabro e' il segno della massima speculazione su un impianto da parte della multinazionale che non puo' essere compensativo dell'occupazione persa. La vicenda dell'acciaio di Terni e' la cartina di tornasole delle politiche industriali e del lavoro del governo dei tweet", conclude.

Cioffi (M5S), sull’acciaio il governo non ha una visione strategica - "Chiediamo al governo qual e' la sua posizione politica sulla produzione di acciaio per i prossimi dieci anni. Non solo Ast di Terni e Ilva di Taranto. Vogliamo parlare di programmazione industriale di ampio respiro. La crisi occupazionale continuera' finche' non ci sara' una chiara scelta per trasformare il sistema industriale, che e' da brontosauri".
Lo afferma il senatore M5S Andrea Cioffi.

Pelino (FI),Renzi si faccia valere nella Ue;eviti i licenziamenti - "Alla luce della presidenza italiana del semestre, il presidente Renzi puo' e deve esercitare un'influenza presso gli organismi europei. Dimostri di non muoversi solo per slogan e chieda un nuovo piano industriale serio e sostenibile per le Acciaierie di Terni, da realizzare  insieme con i vertici dell'azienda e dei loro azionisti di riferimento.
Il piano deve essere di crescita e non di galleggiamento, deve prevedere soluzioni durature e non temporanee". Lo sottolinea Paola Pelino, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato, nella mozione illustrata stamane in Aula.
"Se l'azienda tedesca ThyssenKrupp - precisa la senatrice - non e' in grado di garantire la continuita' industriale, si valutino in sede europea altre strade, considerando la possibilita' di fare entrare nel progetto industriale degli Acciai Speciali di Terni un soggetto che sia in grado di assicurarne la crescita e la stabilita' lavorativa". "Il Ministero dello Sviluppo Economico - conclude Pelino - si attivi quindi con grande impegno assieme al Ministero del Lavoro, entrambi soggetti chiave per risolvere la drammatica questione".

De Cristofaro (Sel),situazione drammatica; colpa anche del Governo - "La drammatica situazione delle acciaierie Ast di Terni e' anche il frutto delle scelte sbagliate fatte dal governo in questi mesi". Lo afferma il senatore di Sel Peppe De Cristofaro.
"Il polo siderurgico di Terni - prosegue De Cristofaro - e' di vitale importanza per tutto il Centro-Italia. Il governo, a  parole, si rende conto dell'urgenza e della gravita' della situazione per i lavoratori e per l'economia del Paese. Nei fatti, invece, si e' puntualmente impegnato in tentativi di mediazione sbilanciati a favore del''azienda e non si e' adoperato mai per cercare una situazione reale e strutturale, che puo' essere solo l'impostazione di una politica industriale a sostegno della siderurgia, capace di coniugare le esigenze del lavoro e quelle dell'ambiente e tale da impedire lo smantellamento del polo siderurgico".
"Nella nostra mozione - afferma poi il senatore di Sel - chiediamo al governo, tra le altre cose, di impegnarsi in Europa per un rilancio complessivo del settore e per ottenere una censura dei comportamenti della Thyssen e, in Italia, di assumere iniziative finalizzate al raggiungimento di un solido piano industriale che garantisca la tutela occupazionale".
"Questa vicenda - conclude De Cristofaro - dimostra quanto bugiarde e tendenziose siano le analisi che a mesi cercano di contrapporre i lavoratori precari a quelli occupati, come se questi ultimi fossero dei privilegiati".

Ronconi (Udc): “Sempre più drammatica l'impotenza del governo” - "Al di la' delle enunciazioni appare sempre piu' drammatica l'impotenza del governo rispetto alla vertenza Ast": e' quanto sottolinea, in una sua nota, Maurizio Ronconi (Udc). "Dopo una periodo di disattenzione che ha fatto acuire i problemi della vertenza - prosegue - oggi e' chiara una sorta di impotenza conseguente alla scarsa incisivita' della ministra Guidi e l'insufficienza delle enunciazioni del Presidente del Consiglio". "Non c'e' consapevolezza - osserva Ronconi - che intorno all'Ast non vive solo la citta' di Terni ma tutta la comunita' regionale, che l'Umbria ha ragione di esistere solo se la vertenza sara' positivamente risolta".

Ugl, lavoratori esasperati da assenza certezze, "Atteggiamento responsabile per soluzione rapida" - "I lavoratori Ast sono esasperati dall'assenza di certezze, e ora piu' che mai e' necessario un atteggiamento responsabile delle parti per trovare una soluzione rapida, condivisa e definitiva che guardi al futuro": a dirlo  sono il segretario generale dell'Ugl metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, e il segretario nazionale con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli, oggi a Terni per l'assemblea con i lavoratori in viale Brin.
"E' fondamentale - sostiene la Vicaro - che al tavolo in calendario per il 18 novembre emergano dati positivi e definitivi, perche' i dipendenti, in sciopero da oltre 20 giorni, stanno difendendo il loro futuro occupazionale e hanno diritto a risposte chiare, altrimenti le ricadute sociali potrebbero essere drammatiche".

Condividi