TERNI - Dopo settimane di mobilitazione, dopo l'aggressione di Roma, dopo le ripetute prevaricazioni messe in atto da Thyssen-Krupp, il vertice al MISE delinea uno scenario allarmante: a fronte dell'apertura sul pagamento degli stipendi, le previsioni sui livelli occupazionali e produttivi confermano la rigidità delle posizioni dell'azienda, assecondata dalle proposte di mediazione messe in campo dal Governo con il cosiddetto lodo Guidi.

Poco o nulla è cambiato rispetto ad un mese fa, se non il metodo attraverso il quale il Governo intende arrivare ad un accordo con la multinazionale.

Gran parte delle richieste di esubero avanzate dell'azienda sono già state soddisfatte con gli incentivi alla mobilità volontaria, che non solo prosegue, ma rappresenta ormai uno strumento essenziale di attuazione di un Piano che, lungi dal garantire gli equilibri di AST, rimane volutamente indefinito rispetto alle prospettive industriali.  Le promesse di mantenimento di entrambi i forni fusori sono infatti vuote se non avvalorate da adeguati livelli produttivi e da un'organizzazione delle attività lavorative, a partire dalle turnazioni, che garantisca nel tempo il mantenimento di tutti gli impianti.

Parimenti, la situazione delle ditte terze, con il caso emblematico dell'Illserv ed i tagli occupazionali ed al reddito che si andranno a sommare a quelli già operati, delineano per l'intera fabbrica un quadro inaccettabile: per ricavare di più, ai lavoratori l'azienda chiede di lavorare in meno e per meno, alimentando una drammatica corsa al ribasso su cui il Governo italiano, giovedì, si è ben guardato dal pronunciarsi, al pari dei rappresentanti istituzionali regionali e locali.

I lavoratori hanno pertanto pienamente ragione a non condividere la soddisfazione espressa tanto dal Governo quanto dall'azienda, che rischia adesso di trovare seguito anche in una parte delle rappresentanze sindacali; è indispensabile invece che la guardia rimanga ben alta e che le rivendicazioni alla base di mesi di mobilitazione vengano confermate con forza e nettezza, mettendo a frutto lo sforzo organizzativo sostenuto finora e il consenso ricevuto dall’intero Paese.

Rifondazione Comunista, nel condividere e sostenere la prosecuzione dello sciopero da parte degli operai AST, ribadisce la necessità di un forte intervento pubblico per l'acquisizione degli impianti e la salvaguardia dei livelli occupazionali, che continuano ad essere minacciati nella loro integrità da ipotesi di soluzione della vertenza contrastanti con gli equilibri da tempo individuati dalle rappresentanze dei lavoratori per il rilancio della siderurgia ternana.

Non è un caso che il tema dell’intervento pubblico, rilanciato in questi giorni non solo dalla FIOM nazionale, ma anche da ambienti industriali, abbia portato la stessa Amministratrice Delegata di AST a mettere le mani avanti: se c’è una cosa che Thyssen-Krupp teme, in questa fase, è proprio perdere il controllo della fabbrica e ritrovarsi con un concorrente nel mercato dell’acciaio.

I lavoratori e l'intera città chiedono garanzie, non certo la politica finora adottata dal Governo Renzi, intento solo a limitare i danni alla propria immagine.

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di Terni

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