“La delegazione di operai AST che domani si recherà a Bruxelles inaugura di fatto una nuova fase di confronto, dove ad essere investite direttamente sono le istituzioni europee e le politiche neoliberiste che in questi anni hanno concorso a determinare la crisi della siderurgia europea. Per questo è fondamentale che il confronto non si rinchiuda alle sole forze che sostengono la Commissione Junker, ma che trovi accoglimento l'impegno già assunto dagli eletti dell'Altra Europa, con la visita di Eleonora Forenza a Terni del 16 ottobre e con le iniziative di Barbara Spinelli e Curzio Maltese, impegno che sarà riproposto nell'incontro degli operai AST con gli europarlamentari italiani, per produrre nella seduta della prossima settimana del Parlamento Europeo una risoluzione per il mantenimento delle produzioni di acciaio di alta qualità presenti a Terni, riconoscendole nella loro strategicità per l'economia italiana ed europea, nonché per la condanna dell'operato di Thyssen-Krupp”: lo afferma il capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara.

“In queste settimane infatti – spiega Stufara - la multinazionale, lungi dal voler rasserenare il clima, ha operato per dividere il fronte dei lavoratori, da un lato con gli incentivi alla mobilità volontaria, dall'altro con la sospensione del pagamento degli stipendi fino alla fine dello sciopero ad oltranza proclamato lo scorso 22 ottobre. Un unilateralismo incontrastato dal governo Renzi, la cui inadeguatezza, dimostrata in ultimo nella riproposizione di compromessi incapaci di garantire adeguati equilibri produttivi ed occupazionali di AST, è ormai evidente a tutti, in particolare agli operai e alle organizzazioni sindacali che in queste settimane hanno affrontato il peso di una mobilitazione straordinaria capace, a prezzo di grandi sacrifici, di raccogliere consenso e solidarietà crescenti da parte della popolazione italiana”.

Secondo Stufara, “ad essere particolarmente preoccupante è proprio la miopia manifestata da chi, in ambito governativo, vorrebbe ridurre la vertenza ad una mera discussione sull'entità degli esuberi. Pensare di andare incontro alla multinazionale, come fatto dalla ministra Guidi, con la riduzione a 150 dei licenziamenti, mentre sono quasi altrettanti i posti di lavoro già persi con la mobilità volontaria incentivata, significa non solo ribadire lo sciagurato piano del governo del 7 ottobre scorso, ma anche lasciare senza soluzione le questioni industriali, commerciali e infrastrutturali dalle quali dipende l'assetto complessivo di AST e la sua tenuta sul mercato. Un piano di discussione che va assolutamente scongiurato, sia nella trattativa al MISE di giovedì prossimo che nell'incontro con la delegazione di operai AST e sindacati di domani a Bruxelles”.

“Non è alla multinazionale tedesca – conclude - che il governo nazionale e gli esecutori politici di ogni livello dovrebbero andare incontro, ma ai lavoratori siderurgici che si stanno battendo per difendere il proprio lavoro, mettendo finalmente in discussione la proprietà da parte di Thyssen-Krupp di AST. Per questa via, e non per pericolose mediazioni al ribasso, passa la salvezza di AST e dei suoi lavoratori”.

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