Quando si parla di lavoro in termini generici e astratti la coda degli “esperti” con soluzioni pronte e alla mano è lunghissima. Poi, però, quando abbiamo una vertenza nella quale è in gioco il futuro economico dell’Umbria e dell’Italia, quello che resta è tanta approssimazione e zero concretezza.

L’assemblea di giovedì dei lavoratori Ast davanti alla fabbrica ha rappresentato l’epicentro di un movimento tellurico che attraversa la nostra regione da 5 anni. Le macerie sono sotto gli occhi di tutti: dalla Merloni alla Trafomec, passando per Liomatic, Grifo Latte, Colussi, Sangemini, Polo chimico e via dicendo. Eppure, mentre il sindacato tenta con fatica di tenere insieme i cocci di questo disastro, gli altri soggetti che dovrebbero intervenire sono totalmente assenti. La domanda è ancora una volta: cosa sta facendo Confindustria mentre il nostro sistema manifatturiero è al collasso? Cosa sta facendo la politica? Da che parte sta? Perché deve essere chiaro, soprattutto alla classe dirigente che guida l’Umbria, che quando si arriva a un punto così dirimente bisogna decidere da che parte stare.

Bisogna ripartire dall’assemblea di Terni di giovedì. La Camera del Lavoro di Perugia si spenderà con ogni mezzo a sua disposizione per sostenere la lotta degli operai ternani.

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