Testini: "Grtifo da A, ma che bravo Camplone"
Emiliano Testini, perugino doc e grande tifoso del grifo, ha appeso le scarpette al chiodo da un paio d’anni, complice un grave infortunio che gli ha impedito di proseguire l’attività calcistica. Nella sua intensa carriera ha vestito maglie importanti come quelle di Catania, Albinoleffe, Triestina (di cui è diventato uno dei leader indiscussi), Spezia e appunto Perugia, solo per citarne alcune, disputando la bellezza di 434 gare condite da 56 marcature. Tutto è cominciato nella sua città natale, con la cui maglia ha vinto un campionato primavera nel lontano 1996, tutto è finito paradossalmente a La Spezia, squadra con cui Testini ha vinto il campionato di Lega Pro girone A 2011-2012. Alla vigilia del match di sabato che vedrà di fronte un pezzo importante del suo passato, l’attaccante umbro ha voluto dirci la sua.
Testini, questo grifo si candida di diritto come pretendente alla serie A?
“Le qualità per puntare in alto ci sono tutte, la rosa è importante e credo ci siano le potenzialità per puntare alla massima serie. Non so se nei primi due posti o tramite i playoff ma credo che il grifo lo troveremo molto in alto a fine campionato”.
Chi l’ha stupita maggiormente di questo Perugia?
“Io credo che Verre sia candidato a grandi palcoscenici, ma anche Falcinelli è un grande acquisto e sta facendo ottime cose. Al grifo ci sono dirigenti importanti e hanno fatto un bel mercato, molto mirato ma io mi permetto di ribadire una cosa, avete visto quanto è bravo Camplone? E’ un tecnico notevolmente preparato, è lui il valore aggiunto dei biancorossi”.
La rosa biancorossa non ha dunque punti deboli, nemmeno in attacco?
“Non è arrivato il bomber d’area di rigore ma credo che in fondo è meglio così. Per come gioca il grifo sarebbe stato deleterio perché in questa squadra corrono tutti e le due punte, Falcinelli, Rabusic o Parigini quando entra, vanno a recuperare palloni anche in difesa. Aiutano la squadra e nel calcio di oggi conta molto”.
E quella spezina invece?
“Anche la rosa dello Spezia è molto forte. Dall’attacco alla difesa non ci sono punti deboli. Hanno preso quattro reti nelle ultime due gare ma molti da situazioni da fermo e sia contro il Carpi che contro il Modena hanno giocato una buonissima gara raccogliendo meno del dovuto”.
Un grifo lanciatissimo contro uno Spezia in crisi. I biancorossi possono sbancare anche il Picco?
“Penso che il Perugia possa approfittare di questa situazione e vincere anche in Liguria. Occhio però, perché la gara contro lo Spezia è tra le più difficili del momento”.
Che difficoltà possono trovare i biancorossi?
“Innanzitutto a La Spezia hanno un organico importante e un’ottima struttura societaria. Ci saranno anche li 8000/10000 persone e oltretutto lo stadio spezino ha dimensioni ridotte rispetto al Curi e le gradinate sono molto vicine al campo perciò il pubblico è molto vicino al gioco”.
E invece cosa può favorire i biancorossi?
“I giocatori dello Spezia saranno bloccati dal punto di vista mentale. Inoltre il campo è stato rifatto da poco ed 70% in erba e 30% terreno misto, come San Siro. Ciò potrebbe avvantaggiare i palleggiatori perugini che tecnicamente hanno pochi rivali”.
A proposito di Spezia, non è stata azzardata la scelta di affidare la panchina ad un tecnico straniero come Bjelica, che viene tra l’altro da un campionato meno competitivo come quello austriaco?
“Non lo conosco personalmente e non l’ho visto allenare quindi non giudico. Mi hanno detto sia molto preparato e ne parlano bene. Conosce Cinque lingue quindi non ha difficoltà a comunicare con i molti stranieri in rosa”.
A proposito di ambiente e tifo, il Curi può spingere il grifo in alto?
“La curva del Perugia è realmente il 12esimo uomo in campo. Già in serie C c’erano 12000/13000 spettatori e questo pubblico merita la massima serie. Giocare davanti a tutta questa gente fa tirar fuori qualcosa in più e a volte fa vincere le partite”.
Le manca il calcio giocato?
“Mi manca molto. Ho dovuto smettere per colpa di un grave infortunio ma ora alleno il Deruta, qua c’è un bel gruppo, si sta bene, ma giocare era diverso”.
Tornando al calcio giocato, questa serie B è realmente calata di livello come molti dicono?
“Credo che sia diventato un luogo comune. La B è un campionato difficile con ottimi giovani. Magari non ci sono più 18-19 squadre di alto livello, ma anche quest’anno ci son rose importanti. Credo però che come ogni stagione, oltre alle solite retrocesse (Bologna e Catania, ndr) ci sarà una sorpresa e io credo che sarà il grifo, o perlomeno ci spero”.
Federico Ricci

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