Precipita la vicenda Reyhaneh Jabbari: impiccagione fissata per il 30 settembre
Sta per precipitare la vicenda di Reyhaneh Jabbari, l'iraniana condannata a morte per aver ucciso nel tentativo di difendersi da uno stupro: la sua impiccagione è già fissata per la mattina del 30 settembre secondo quanto ha annunciato la madre.
La sentenza di morte emessa contro la giovane Reyhaneh Jabbari, fa salire dentro l’animo un sentimento di rabbia, tanta rabbia per l’ennesima violenza messa in atto dai preti. Questa volta sono quelli mussulmani ma tutti gli altri non sono da meno nel calpestare i diritti umani e civili. Ai nostri da un po’ di anni, non viene più bene ad accendere i roghi, ma la voglia di farlo è ancora ben viva in molti di loro.
Basti pensare alla famigerata Legge 40, da loro prepotentemente voluta e approvata da un Parlamento e da un governo servili. Povera Reyhaneh Jabbari, la sua sorte è segnata da parte di un regime criminale come quello iraniano, che ha scelto questo momento ritenendolo il più propizio per punire ancora una volta tutte le donne di quel Paese, approfittando della situazione in medio oriente. Nessun governo occidentale purtroppo muoverà un dito. La povera ragazza è una martire a causa di una situazione più grande di lei. La speranza che un giorno anche in quel martoriato Paese, quei criminali siano messi in galera e che la libertà, il rispetto per i diritti civili, tornino a trionfare.

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