PERUGIA - “Pur mantenendo la compattezza istituzionale, attraverso il massimo senso di responsabilità e senza alimentare polemiche, noi alla logica del 'tutti uguali' non ci stiamo, per convinzione, orgoglio e verità storica dei fatti, presenti e passati: le responsabilità sulla vertenza Ast non sono di tutta la politica o di tutto il sindacato, ma di partiti e maggioranze con attori ben individuabili, che dovranno eventualmente rispondere delle proprie azioni. Senza coinvolgere Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, che pensa e agisce da anni in maniera diversa”. Lo afferma il consigliere regionale Alfredo De Sio (Fd'I).

“Avevamo chiesto – spiega De Sio - che anche visivamente il presidio di Roma servisse a far sentire la presenza fianco a fianco dei leader di partito per lanciare un segnale chiaro al governo ed alla multinazionale, tanto che qualcuno ci invitò persino ad evitare strumentalizzazioni che abbiamo rispedito ai mittenti. Non avrebbe forse cambiato la natura delle cose, ma era pure quella un'assunzione di responsabilità che non c'è stata e che forse denunciava già qualche imbarazzo. Ecco perché, come Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale non solo non ci sentiamo di condividere con altri atteggiamenti elusivi sul tema, ma continuiamo a tenere alta l'attenzione a livello locale e nazionale dove la nostra leader Giorgia Meloni non ha mancato, anche nel discorso di chiusura della festa di 'Atreju', tenutasi a Roma nella giornata di domenica, di menzionare le Acciaierie di Terni, chiedendo al governo di invertire la rotta in merito ad una politica industriale autolesionista e distruttiva”.

“Occorre essere realisti e consapevoli – conclude - la situazione sul futuro delle Acciaierie di Terni è drammatica, frutto dell'incapacità dell'Italia di svolgere un ruolo al tavolo dell’Unione europea, avendo scelto di difendere la sopravvivenza delle residue quote mercato dell’inox continentale, scaricando su Terni parte dei problemi. Non c'è stata una parola che sia stata mantenuta da parte dell'UE fin dall'inizio della fase di vendita e riacquisizione da parte di Thyssen Krupp. Oggi siamo alla melina, con incontri che non stanno smuovendo di un centimetro la volontà della multinazionale e con un governo che sembra distratto e di lavoro parla solo per slogan agitando problemi finti e riforme inesistenti”.

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