La comunicazione di avvio del  procedimento che porterà all’adozione di un’ordinanza sindacale avente ad oggetto “Limitazioni alla vendita e somministrazione di  alcolici nonché divieto di bevande in contenitori di vetro e lattine per gli incontri di calcio di serie B nella zona dello Stadio Renato Curi” rappresenta un’azione che mi colpisce – in primis - come tifoso del Perugia e nella mia nuova veste di consigliere comunale.

La limitazione è un provvedimento grave che penalizza e colpisce l’immagine di una tifoseria corretta, mai trascinata nelle sporche cronache del tifo violento e distruttivo, sensibile, impegnata da sempre nel sociale, che ha promosso raccolte fondi e molte altre iniziative anche a supporto di scelte amministrative qualificate e qualificanti la città tutta.

La città di Perugia ha da sempre goduto della presenza di una tifoseria seria e appassionata; è una tifoseria dalla forte connotazione popolare, che ha sempre incentivato la presenza di giovani e famiglie ed isolato focolai potenzialmente pericolosi.

Chiedo al Sindaco Romizi di esplicare il perché di un provvedimento così aspro, non giustificabile, ce lo dice la Cassazione, né dalla semplice ed eventuale richiesta della Questura né da generici motivi di contrasto del grave fenomeno della violenza negli stadi. Una chiarezza essenziale affinché  sia costretto a rendersi conto delle implicazioni di un siffatto provvedimento e decida di non dar seguito a questa comunicazione, di non farne una risibile ordinanza.

Chiedo al Sindaco di rendersi conto del fatto che intorno allo stadio, anche durante le partite del Perugia, c’è una città che non smette di vivere, che ha i suoi momenti di convivialità e di aggregazione, che ci sono attività commerciali che non possono vedere così impropriamente ristretta la loro libertà di iniziativa economica costituzionalmente garantita ( per fornire solo piccoli, ma significativi esempi, basta dire che un tifoso non potrebbe accompagnare al pranzo con panino fuori dallo stadio un bicchiere di vino,  oppure, a partita finita, locali che insistono sulla zona interessata non potranno servire l’ormai frequentatissimo aperitivo).

Ultima considerazione, ma non meno importante, questo tipo di proibizionismo è di certo un indiscusso viatico all’abusivismo, alla vendita sottotraccia di tutto ciò che viene negato, nonchè un pericoloso varco alla assestamento  di nuove infiltrazioni mafiose.

Questa la denuncia del capogruppo del Pd a Palazzo dei Priori, Mencaroni, alla quale ha fatto seguito una comunicazione dell’Amministrazione comunale del seguente tenore:

“In riferimento alla  notizia di un’ordinanza del sindaco Andrea Romizi avente come tema il divieto dell’uso di alcolici  nella zona dello stadio Curi in occasione delle gare interne del Perugia, si precisa che al momento non esiste nessuna ordinanza, in merito, firmata dal sindaco.

Il documento pubblicato nel sito del Comune (Albo Pretorio on line ) non è altro che la reiterazione di una precedente ordinanza, nonché la comunicazione di un avvio di procedimento, da parte degli uffici, di una nuova ordinanza. 

Il sindaco valuterà il contenuto di questa misura  contemperando gli interessi dei vari soggetti coinvolti. L’ordinanza in ogni caso sarà meno restrittiva di quella del passato, pur tenendo conto delle esigenze di ordine pubblico”.

-----------------------------------------------------

Sulla questione va osservato che il capogruppo Pd non aveva parlato di una ordinanza già adottata, bensì di una intenzione che starebbe maturando al riguardo. Cosa che di fatto il sindaco Romizi ha confermato, anche se “al momento non esiste” nessun atto concreto.

Condividi