E’ comprensibile il dolore di una madre che non vede tornare il figlio a casa
E’ comprensibile il dolore di una madre che non vede tornare il proprio figlio a casa. I fatti drammatici di Napoli, che hanno portato alla morte Davide Bifolco, ripropongono ancora una volta il tema della illegalità diffusa.
Scuole derubate. Marijuana coltivata nel parco. Telecamere dei clan per presidiare il territorio. Questo il rione Traiano, uno dei più degradati di quella tribolata città. Il quartiere fu fatto costruire negli anni 50 dal sindaco Achille Lauro per garantire un tetto ai baraccati della via Marina, quella antistante il porto, che erano profughi di guerra, vivevano nella sporcizia e a quotidiano rischio colera.
Per quello che è dato ricordare, doveva diventare uno dei quartieri modello, avveniristici d’Italia. Si guardava ai modelli scandinavi, strade e parchi pieni di sole e pulizia. Nulla di tutto ciò, solo tanta immondizia e degrado. Case malsane e tanta criminalità che vi si nasconde dentro, con la complicità di tutti. Non solo in quella città ma in tutto il Bel Paese, le violazioni quotidiane della legalità sono ampiamente diffuse, ma lì tra quei vicoli assumono aspetti certamente parossistici. Come si sono svolti i fatti, è un compito che aspetta alla magistratura accertare e a nessun altro.
Che tra le forze dell’ordine ci siano degli imbecilli, dei gasati, è un fatto oramai accertato da tempo. Il caso Aldovrandi e molti altri atti di cronaca, sono lì a testimoniarlo. Ma mi fa rabbia la folla di cittadini che in quei quartieri coprono quasi sempre il malavitoso, scagliarsi contro le forze della polizia. Quei ragazzi, l’ha testimoniato candidamente uno dei protagonisti, viaggiavano in tre senza assicurazione, senza patente e senza casco.
Presuppongo che non fosse stata la prima volta, che quei tre giovani come tanti altri di quella città, lo facessero. Nessuno ovviamente immagino a partire dai genitori del ragazzo ucciso, si è mai sognato di dirgli, che in quel modo non era corretto viaggiare. Compresi i vigili urbani, che ho potuto costatare di persona, mentre passeggiano tranquillamente lungo le vie della città, si vedono passare davanti ai propri occhi decine di motorini carichi di giovani e nessuno che indossi il casco, ma di fermarli nessuna intenzione.
Certo è, che il tragico fatto di sangue, propone ancora una volta il grande tema di una disgregazione sociale che sta investendo un po’ tutta la società italiana. E questo decadere sociale, chiama in causa tutta la classe dirigente di un Paese, che per decenni ha gozzovigliato, ha fatto della truffa e della corruzione il tratto distintivo orgogliosamente e spavaldamente sbandierato.
Lì a Napoli per le contraddizioni storiche che contraddistinguono quella città, il fenomeno è più esteso che in altre zone del Paese, ma è in tutta Italia a essere investita da un modo di fare improntato all’illegalità. Le urla di questi giorni del rione Traiano, fanno rabbia perche non hanno dignità.
Renato Casaioli

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