IMPRUNETA (FIRENZE) - Una settimana a cavallo in una delle zone piu' belle e verdi dell'Italia centrale: l'Umbria intorno al Lago Trasimeno e la zona del Chianti in Val di Pesa. Questa l'esperienza di dieci ragazzi autistici organizzata dall'associazione onlus "L'emozione non ha voce", creata da quattro padri di ragazzi affetti da autismo che ha come padrino e madrina il cantante Mogol e sua moglie Daniela, conclusasi oggi a Impruneta.

L'associazione richiama nel nome una delle piu' belle canzoni composte da Mogol e cantata da Celentano, "in questo caso l'emozione e' quella che questi ragazzi hanno dentro e trovano difficolta' ad esprimere ma ci sono tutte le potenzialita' per farlo", dice Corrado, presidente dell'associazione. "Si tratta - spiega - di un viaggio nell'autonomia e lontano dai genitori per facilitare la comunicazione e la relazione. Questa e' la filosofia di 'Cavalcando l'autismo' con l'idea di richiamare la cavalcata che Mogol fece con Lucio Battisti, in questo caso da Milano a Roma".

"Siamo la prima associazione in Italia - sottolinea Corrado, papa' di Francesco - ad aver scelto questa forma di impegno nel campo dell'ippoterapia che in genere contempla solo qualche ora a cavallo a settimana. Quest'anno siamo alla seconda edizione della cavalcata che l'anno scorso si e' svolta tra l'Alto Lazio e l'Umbria, fino alla tenuta di Mogol, ad Avigliano Umbro".

Questa volta i ragazzi hanno cavalcato per circa cento chilometri, divisi in sei tappe: sono partiti da Panicale, vicino al Lago Trasimeno, e hanno attraversato alcuni comuni della zona (Magione, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno) fino a Cortona. Da li' si sono trasferiti nella zona del Chianti a San Casciano in Val di Pesa ed hanno terminato l'avventura a cavallo ad Impruneta, alle porte di Firenze.

Il team era composto da ventuno persone: 10 ragazzi, un medico e dieci operatori del settore (tra cui psicoterapeuti ed istruttori di riabilitazione della Federazione Italiana Sport Equestri). In piu' una decina di cavalli ed una carrozza utilizzata per far riposare a turno quattro giovani cavalieri quando erano troppo stanchi.

"I ragazzi hanno retto - dice Orazio Femino', organizzatore della Cavalcata - un alto livello di stress restando sempre attenti ed in perfetto equilibrio a cavallo per ore senza dare alcun segno di nervosismo". "Queste cavalcate di piu' giorni - dice lo psicologo Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di ortofonologia di Roma che ha in cura i ragazzi - mirano a far vivere a questi adolescenti esperienze del tutto nuove e li portano a conoscere i propri limiti e le proprie capacita' raggiungendo un'autonomia che non viene mai a loro riconosciuta e su cui gli adulti non fanno affidamento".

 

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