Fecondazione eterologa: arriva il primo sì dalle Regioni
ROMA - La commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha trovato un'intesa sulle linee guida per disciplinare la fecondazione eterologa. Il documento verra' portato domani all'attenzione dei presidenti delle Regioni. E' quanto emerso al termine della riunione odierna tra assessori e tecnici delle Regioni.
Il documento tecnico varato e' in linea con i contenuti della delibera gia' approvata dalla Regione Toscana e che da' il via libera all'eterologa nei centri pubblici della Regione.
Il documento prevede anche, come nella delibera della Toscana, precisi test ed esami clinici per i donatori e l'istituzione di un Registro dei donatori.
Intanto, domani proprio a Firenze, all'Ospedale Careggi, prederanno il via le visite di consulenza per le prime otto coppie che hanno chiesto di effettuare una fecondazione eterologa.
L'orientamento delle altre Regioni, secondo quanto si apprende, sarebbe invece quello di attendere il via libera definitivo della Conferenza Stato-Regioni prima di avviare gli interventi di fecondazione eterologa nei propri centri.
A quanto si apprende, il costo dell'eterologa si aggirera' tra i 2.500 e i 3.200 euro e sara' a carico del servizio sanitario regionale. Si prevede la creazione di un registro regionale di donatori, che rimarranno anonimi, che si impegnano a donare solo in una regione, fino a quando non sara' creato un registro nazionale.
"Abbiamo cercato di lasciare fuori dal documento i temi etici, per varare linee che siano condivise da tutti", ha spiegato l'assessore alla Sanita' della Regione Piemonte, Antonio Saitta.
Le Regioni chiederanno infine che la fecondazione eterologa sia compresa nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza.
"Quello elaborato sull'eterologa e' un ottimo documento, che permettera' di dare vita ad un percorso unitario", ha commentato da parte sua il presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini, che oggi ha preso parte alla riunione degli assessori alla Sanita' (in quanto ha la delega alla materia). "Sono molto soddisfatta, il clima e' stato collaborativo", ha aggiunto. "D'altra parte - ragiona Marini - c'e' una sentenza dettagliata della Consulta e il rischio era che partissero i centri privati ma non potessero farlo, senza linee guida, quelli pubblici. Il che era assurdo".

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