Messo a punto nuovo dispositivo per contrastare proliferazione cellule tumorali
PERUGIA - La ricerca applicata a un modello tumorale particolarmente aggressivo (eseguita in vitro e senza alcuna manipolazione di tipo genetico) indica che le cellule staminali mesenchimali, caricate con un farmaco, possono essere utilizzate come "veicoli" fisiologici efficaci per contrastare la proliferazione tumorale. Lo studio, pubblicato sul Journal of Controlled Release, e' il risultato della collaborazione scientifica tra le Universita' degli Studi di Milano, Perugia, Milano-Bicocca e l'Istituto Besta di Milano.
E' noto che le cellule stromali mesenchimali presenti in molti tessuti umani adulti, in particolare nel midollo osseo e nel tessuto adiposo, sono in grado di rigenerare e riparare tessuti organici danneggiati. Ora si e' scoperto che queste stesse cellule possono essere utilizzate anche come "veicoli" per trasportare farmaci e avere una maggiore efficacia terapeutica grazie alla loro specifica capacita' di raggiungere in modo mirato le cellule dell'organo malato. Le cellule mesenchimali possono essere "caricate in vitro" con farmaci chemioterapici e successivamente utilizzate con efficacia per il trattamento dei tumori. Infatti, lo studio eseguito "in vitro" su un modello tumorale particolarmente aggressivo come il carcinoma pancreatico suggerisce che le cellule mesenchimali rilasciano il farmaco a concentrazioni efficaci contrastando la proliferazione tumorale. Il lavoro dimostra per la prima volta che il farmaco antineoplastico (Paclitaxel) assunto dalle cellule e' successivamente rilasciato non solo in forma libera, ma anche all'interno di microvescicole e/o esosomi. Quello delle microvescicole e' un sistema di grande interesse e attualita': studiarlo ha permesso ai tre scienziati Rothman, Shekman e Sudho di vincere il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 2013. I meccanismi alla base del sistema microvescicolare governano il trasporto delle molecole sia all'interno della cellula che da essa verso l'esterno e sono fondamentali anche per il trasferimento di informazioni da cellula a cellula. La ricerca appena pubblicata apre anche un nuovo campo di indagine riguardante le funzioni cellulari di base (bio-farmaco-tossicologiche) e interessanti prospettive relativamente all'uso di cellule per il trasporto e il rilascio di farmaci in applicazioni cliniche. Il dispositivo cellula-farmaco puo' essere preparato mediante procedure semplici e poco costose, senza alcuna manipolazione di tipo genetico (necessarie in alcune tecnologie di terapia cellulare avanzata) e cio' riduce o elimina del tutto i rischi correlati alla manipolazione di geni: in questo modo la cellula caricata del farmaco puo' essere usata come "veicolo" fisiologico all'interno dello stesso organismo.

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