Elio Clero Bertoldi

É un romano de Roma. Con un cognome pesante. L’omonimia con Gaio Cecilio Verre, propretore in Sicilia in epoca Repubblicana, rapace corruttore e predatore di beni, emblema del malgoverno di ogni epoca, sembrava non giovargli. Su quel cognome gravano le scorie lasciate dall’actio prima e dell’actio secunda “in Verrem” (contro Verre) di Marco Tullio Cicerone. Sentina di ogni male il governatore della Sicilia che arrivò persino - che faticosa traduzione, quella, per ogni liceale- a far rapire dai suoi schiavi una statua della dea Cerere in un tempio di Catania e poi a cercare di far scaricare la colpa di quella angosciante empietà, per sfuggire alle proprie responsabilità, su uno schiavo, che poi per sua fortuna e per le testimonianze delle vestali, venne assolto.

Scusate la digressione storico-letteraria: torniamo subito al calcio. Valerio Verre, classe ’94, che in Sicilia con la maglia del Palermo ha lasciato un ottimo ricordo in 19 presenze, resterà ora nella storia del calcio perugino per aver firmato il primo gol della stagione della serie B e del Perugia, rientrato nella cadetteria dopo nove lunghe stagioni, alcune delle quali estremamente sofferte. Primo gol dei Grifoni e primo personale nella sua carriera di professionista. Un gol bello anche se facilitato da una deviazione da Matuzalem, che invano, in spaccata, aveva cercato di opporsi alla violenta stoccata del calciatore biancorosso.

Verre, dunque, continuando su questi livelli - si sta rivelando un centrocampista di enormi potenzialità - meriterà non una impietosa “actio in” come il suo antico concittadino e omonimo (poi vittima, come il suo implacabile accusatore Cicerone, delle liste di proscrizione), ma un meritato elogio e l’affetto caloroso dei tifosi del Grifo.

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