E’ rimasto nei cuori dei tifosi biancorossi. Sguardo tenebroso e istinto da “killer” dell’area di rigore, nessuno a Perugia si può dimenticare il tuffo di testa sotto la nord che sancì la vittoria contro il Verona e la conseguente promozione in seria A nella stagione ’95-’96. Di quel Perugia allenato da Giovanni Galeone, Marco Negri ne era bomber indiscusso. 33 gol in 60 gare con la maglia biancorossa prima del saluto e l’approdo ai Glasgow Rangers. Il ritorno nella stagione 2004-2005 non coincise con altrettante fortune, ma l’amore della piazza perugina nei suoi confronti resterà invariato. Ex, tra le altre, anche del Bologna, alla vigilia del big match di venerdi al Curi, dice la sua sulle due squadre che hanno segnato grandi momenti della sua carriera.

Sarà al Curi venerdi?
Purtroppo no perché sarò a Villa Pitignano per la presentazione del mio libro. Mi sarebbe piaciuto moltissimo ma avevo già fissato le date delle mie tappe.

Come ricorda le sue esperienze a Bologna e a Perugia?
Stupende. Bologna fu una tappa importante per il mio rilancio da calciatore dopo vari infortuni ma a Perugia ci fu la mia vera consacrazione e i primi gol in serie A. Segnai tanto e non potrò mai dimenticare l’esordio in massima serie, resterà per sempre nel mio cuore.
Due squadre che sul piano psicologico arrivano a questo esordio in maniera diversa…

Come giudica il mercato del grifo?
I tifosi devono essere orgogliosi e contenti della rosa attuale. Taddei, un nome su tutti, non me lo sarei aspettato subito a Perugia. Il gruppo è solido, si è cambiato molto rispetto l’anno scorso ma la qualità è molta.

Chi potrebbe essere il nuovo Marco Negri in questo Perugia?
Speriamo sia già tra uno di quelli che è in rosa. Forse però manca ancora l’attaccante da 15 gol, aspettando Perea che io personalmente ammetto di conoscere poco. Il mercato non è finito, e se arrivasse la ciliegina sulla torta?.

Dopo le prime amichevoli col 4-3-3 si è passati al 3-5-2, al momento da più garanzie?
Il gioco di Camplone è offensivo e a me piace tanto. Il 4-3-3 è quello che preferisco ma il 3-5-2 da l’opportunità di stare più coperti, almeno in questi primi mesi di campionato dove tutto è ancora nuovo, a cominciare dalla categoria. L’impatto con la B sarà determinante perché è una maratona e partire male creerebbe molti malumori.

Dove può arrivare questo grifo?
Impossibile dirlo ora, ma la salvezza è riduttiva perché c’è tanta qualità. Innanzitutto la squadra deve essere contentissima di riaffacciarsi in cadetteria, il resto verrà da se. E poi se ci fosse bisogno a gennaio si tornerà sul mercato per gli accorgimenti necessari.

Camplone, dopo tanta gavetta, sbarca finalmente in B da allenatore, sarà pronto?
Ad Andrea dico di godersi l’esordio perché è una cosa unica. Lui è pronto per la B, sa cosa fare, ha le idee chiare ed è preparatissimo.
Allegri, Camplone, Giunti, tanto per citarne alcuni. Tutti suoi ex compagni diventati allenatori. E Marco Negri in panchina ce lo vedremo mai?
(Ride, ndr). Vedremo, nella vita non si può mai sapere.
E se fosse, sarà comunque 4-3-3.

Federico Ricci 

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