PERUGIA - Ora anche la scienza si occupa della cavallina “albina”, nata fra lo stupore generale lo scorso 4 aprile presso l’allevamento di Sergio Carfagna ad Assisi, in uno scenario mozzafiato ai piedi della Basilica di San Fratesco. Rincorsa dai media di tutta Europa (anche siti americani specializzati si stanno facendo avanti), corteggiata come una star dagli ippodromi estivi che la vogliono in pista per una passerella, omaggiata da continue visite di famiglie e bambini in scuderia, la cavallina “bianca” e’ seguita con scrupolo e attenzione, da settimane, dallo staff del Professor,Maurizio Silvestrelli, ordinario per la “Zootecnia generale e miglioramento genetico”, presso la facoltà di Medicina e Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia e Direttore del Centro Studi del cavallo sportivo, riferimento nazionale per tutto il settore allevatoriale e mondo delle corse.

“La puledra bianca nata ad Assisi è un caso raro ed unico nella razza del Trottatore Italiano. I cavalli bianchi nascono, raramente, in tutte le razze ma, per i Trottatori a livello internazionale, sono riportati solo due casi nello Standardbred: una femmina nata nel 1998 in Ontario (Canada) ed un maschio nato il 6 maggio 2012 nel New Jersey (USA).” “La definizione di bianco, nel cavallo – prosegue il professor Silvestrelli - è molto spesso utilizzata in maniera errata in quanto, nella stragrande maggioranza dei casi, viene comunemente definito bianco un cavallo che in realtà è grigio.

La confusione nasce dal fatto che spesso si focalizza l’attenzione solo sulla presenza di peli bianchi diffusamente distribuiti sull’animale: ciò è fortemente limitativo e fuorviante. Alcuni cavalli infatti nascono con uno dei mantelli base (morello, baio e sauro) poi, in presenza di un particolare gene (grigio) e con il passare del tempo, presentano peli bianchi che partono dalla testa fino a ricoprire tutto il corpo. La pelle è e rimane sempre fortemente pigmentata (nera). Il cavallo bianco invece nasce con cute depigmentata (rosa), pelo bianco ed occhi chiari (azzurri o nocciola).” “Dal punto di vista del determinismo genetico il bianco dipende dalla presenza di uno dei seguenti geni: gene cream (MATP) e gene dell’estensione di pezzatura (KIT) con le relative mutazioni. Il MATP è presente in soggetti che nascono da precisi accoppiamenti fra cavalli da sella di linee americane ed è ad eredità recessiva. I nati presentano occhi di colore azzurro.” Il KIT è un gene molto interessante che presenta un elevato numero di mutazioni responsabili, a loro volta, di bianchi geneticamente diversi ma fenotipicamente identici. I nati presentano, in prevalenza, occhi scuri.

Da notare che alcune di queste mutazioni sono legate a letalità.” “Nel caso della cavallina di proprietà dell’allevamento di Sergio Carfagna – conclude il professor Maurizio Silvestrelli - il gene candidato ad essere il responsabile del colore del mantello è il KIT. I ricercatori del Centro di Studio del Cavallo Sportivo del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia stanno testando le diverse mutazioni utilizzando le innovative tecniche molecolari che richiedono la massima precisione ed attenzione e comportano quindi tempi piuttosto lunghi di analisi.”

Per conoscere il nome della cavallina “albina” (scelto da Padre Danilo Reverberi), figlia di trottatori di tutto rispetto, come Melodiass e Gruccione Jet, bisognerà attendere la imminente presentazione del libro, “La scuderia dei miracoli” (Futura edizioni), che Giorgio Galvani e Marco Vinicio Guasticchi hanno dedicato a lei e agli altri cavalli super della scuderia:  lunedì 8 settembre alle ore 19,30  presso l’agriturismo Sergio Carfagna ad Assisi. Di sicuro il nome inizierà con la lettera “V” come prevede il protocollo specifico per i cavalli nati nel 2014.

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