Lavoro, in Umbria sofferenza lavoro supera quota 155mila unità
PERUGIA - Ce ne siamo accorti? Il Jobs Act di Renzi rende ancora più drammatica la condizione del lavoro nella nostra regione.
L’Umbria dall’inizio della crisi ha perso oltre 30.000 posti di lavoro, le vertenze aziendali aperte hanno ormai toccato quota 166, c’è un attacco devastante al manifatturiero , a partire dalla vicenda centrale dell’AST –TK, che richiede un immediato intervento di politiche industriali da parte del governo nazionale.
Come se non bastasse la retribuzione media in Umbria è scesa a 1231 euro lordi, 7 punti meno della media nazionale .
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali in deroga ci sono i criteri ma non le risorse. Per questo non capiamo il giubilo perché se è vero che aumentano i periodi di fruizione per il 2014 non si allontana il rischio dei licenziamenti che potrebbero solo spostarsi di qualche mese. Noi, la CGIL, chiedevamo una maggiore flessibilità dei periodi calcolati nel biennio mobile.
Il finanziamento complessivo nazionale annunciato risulta ancora nettamente insufficiente e porterà in Umbria forse l’equivalente necessario a coprire solo i primi 3 mesi dell’anno in corso, lasciando nuovamente migliaia di lavoratori senza reddito, gli stessi per i quali abbiamo promosso azioni di protesta locali e nazionali.
La situazione dell’Umbria è la dimostrazione concreta che non serve più flessibilità e precarietà , come sostanzialmente propone invece il Jobs act.
Il numeratore della crisi che siamo costretti ad aggiornare, non più giorno per giorno, ma ora per ora , ci dice che ad oggi abbiamo superato le 150.000 unità per quanto riguarda le persone che vivono un grande disagio in rapporto alla dimensione fondamentale che riguarda il lavoro.
Le 150.000 unità sono la somma di: 70.000 rapporti da lavoro precari, 11.500 cassintegrati in deroga , 23.000 NEET (scoraggiati) 51.000, disoccupati che sommati danno come risultato finale 150.500
Per fermare il numeratore della crisi che continua a scorrere occorre concretizzare un piano del lavoro per l’Umbria, una forte mobilitazione e iniziativa sindacale insomma , in poche parole occorre dare le gambe alla vertenza Umbria.
Mario Bravi- Giuliana Renelli

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