PERUGIA - La CISAL VVF ha proclamato lo stato di agitazione sindacale nel Comando di Perugia chiedendo la formale attivazione della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione della controversia ai sensi della normativa in vigore.

“Il ricorso alla mobilitazione – spiega il sindacato nella lettera indirizzata al prefetto ed alle altre istituzioni locali e nazionali - è determinato dalla mancanza di relazioni sindacali riferite alle osservazioni che la scrivente OS CISAL VVF ha ripetutamente sollevato attraverso Note a Verbale e successive note inviate al Dirigente che si allegano alla presente”.

Nella nota si sostiene che la rivoluzione organizzativa adottata dal Dirigente, compromette fortemente l’organizzazione del servizio di soccorso in quanto, il personale viene ingiustamente penalizzato.

“Ciò che fa da collante nel lavoro di squadra si osserva - è l’empatia e il rapporto di fiducia che, nel tempo, si instaura tra le persone. Così facendo, il Dirigente Locale abbatte gli equilibri esistenti e mortifica il personale non fornendo motivazioni razionali che giustifichino lo stravolgimento degli stessi. Non solo. Con tale atteggiamento impositivo, dimostra di voler ignorare le ragioni del 70% dei lavoratori, i quali hanno spontaneamente sottoscritto una raccolta firme per fermare questo “squilibrio”.

“Oltretutto – prosegue la lettera -, i tempi e i modi adottati dalla dirigenza locale denotano una notevole carenza sotto l’aspetto organizzativo poiché viene ignorata l’imminente attivazione dei Corsi, sia definiti che programmati dall’Amministrazione Centrale per l’anno in corso, con conseguenti mobilità nazionali e interne che ulteriormente andranno a movimentare il personale. Non Le sembra che ci siano troppi movimenti inutili? Non siamo numeri, siamo persone!”

Da una indagine meticolosamente effettuata – si aggiunge -, il personale autista risulterebbe essere equilibrato in tutte le sedi di servizio e si fa anche notare che vi sarebbe una programmazione di ferie estive ormai alle porte, che non può essere annullata se non per calamità.

 

 

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