TERNI - Come Fim Cisl di Terni chiediamo a ThyssenKrupp un’agenda chiara sui tempi per la presentazione del Progetto industriale, per consentire alle Organizzazioni sindacali di approcciare un confronto aperto.

Alla presenza del Segretario Regionale della Fim Cisl Umbria Adolfo Pierotti e del Segretario Regionale della Cisl Umbria Celestino Tasso, si è tenuto il Coordinamento della Fim Cisl di Terni presieduto da Riccardo Marcelli. Dopo aver affrontato la tematica dei recenti rinnovi della Rsu del Gruppo Ast che ha visto la Fim Cisl essere la prima organizzazione, si sono affrontate le questioni relative al futuro dello stabilimento ternano.

Ormai siamo a ridosso di luglio, mese indicato come quello in cui ThyssenKrupp avrebbe presentato il Piano industriale. Se l’Ast ha una struttura finanziaria debole, se  ha un bilancio in corso forse migliore rispetto a quello chiuso a dicembre, ma pur sempre problematico, non si risolve il problema accusando il destino o la cattiva volontà di qualcuno. La crisi, legata senza dubbio alla congiuntura economica mondiale, è dovuta anche a scelte di politica industriale. Di ThyssenKrupp e del Governo. L’attuale struttura industriale è figli di un sistema delle partecipazioni statali ormai obsoleto e comunque  funzionale ad interessi delle casi madri che nel tempo hanno avuto responsabilità gestionali e quindi obiettivamente limitanti delle potenzialità di Ast.

I rumors che ci arrivano sul Commerciale, che potrebbe essere centralizzato totalmente o parzialmente, ci costringono a tenere alta l’attenzione per evitare che venga messa in discussione l’autonomia o addirittura la sopravvivenza   del sito stesso.

Abbiamo letto nei giorni scorsi il Manifesto delle Relazioni industriali di Federmeccanica in cui si parla di alleanza tra impresa e lavoro per rilanciare il prodotto metalmeccanico nel mondo, dando competitività alle imprese e occupazione ai lavoratori. Un Manifesto in cui Federmeccanica propone un nuovo modello di Relazioni industriali fondate sulla partecipazione e sul coinvolgimento di tutti gli attori, comprese le parti sociali. Sempre nei giorni scorsi, abbiamo letto questa volta sui giornali, che il nuovo presidente della Sezione dell’Industria Meccanica di Confindustria Umbria ha posto tra i temi principali del suo programma, quello della Formazione. Come Fim di Terni accogliamo positivamente tutto ciò, anche perché almeno nelle dichiarazioni di intenti si possono trovare alcuni degli argomenti che in quest'ultimi dieci mesi sono stati messi al centro dell'attenzione.

C’è la nuova Rsu. C’è un nuovo Vescovo. C’è la nuova Giunta ad Orvieto e Stroncone. Da domani ci sarà pure quella di Terni. Riteniamo ancora una volta essenziale e determinante l’apertura di un tavolo dove tutti gli attori procedano all’analisi del fabbisogno territoriale per capire quale futuro si intende dare a Terni e al suo comprensorio. Chiaramente come Fim abbiamo al centro della galassia l'Ast con tutte le sue controllate e il suo indotto. Vorremmo che si lavorasse seriamente ad un progetto di verticalizzazione di prodotto, che possa fornire nuova ninfa alle piccole e medie aziende del territorio.

Come Fim auspichiamo che il Progetto industriale che presenterà ThyssenKrupp dovrà fondarsi su un piano capace di coniugare gli aspetti europei/internazionali con una realtà che ha una sua particolare identità e che non può essere di conseguenza svilita. Un futuro che può essere influenzato dall’andamento del mercato. Un futuro che necessariamente deve essere costruito insieme alla forze sociali

Come Fim stiamo seguendo con determinazione le sorti dell’Electrosys di Orvieto che nel mese di novembre si è presentata al mondo esterno come società all’avanguardia con le forti potenzialità innovative. Chiedeva aiuto. Perché non gli è stato concesso? Di chi le responsabilità? A pagare rischiano ancora una volta ad essere i lavoratori.

Infine registriamo anche nel nostro comprensorio come dall’inizio dell’anno la Regione non ha erogato risorse per nessuna cassa in deroga firmata insieme al sindacato. Non cerchiamo responsabilità. Vorremmo risposte perché pure nel comprensorio ternano stanno aumentando vertiginosamente le famiglie che non percepiscono nessun ammortizzatore sociale da gennaio.

Bisogna che emerga una mobilitazione culturale, sociale, politica che converga verso l’unità e la coesione tra la gente, le istituzioni, il sociale, la politica nella consapevolezza che si sta giocando il futuro di Terni e dell’Umbria.

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