Da Dario Fo a Pahor, i grandi vecchi a "Spoleto Arte"
(di Nicoletta Castagni) (ANSA) - ROMA - Da Dario Fo a Eugenio Carmi, da Boris Pahor a Mina Gregori, i grandi vecchi raccontano il futuro alle nuove generazioni di artisti in occasione dell'edizione 2014 di Spoleto Arte. Dal 27 giugno al 24 luglio (in concomitanza con il Festival dei Due Mondi), l'iniziativa curata ancora una volta da Vittorio Sgarbi ''vuole collegarsi idealmente con il mondo passato, far sentire parole che vengono da un'altra epoca''.
Presentata oggi alla stampa, la manifestazione prodotta da Promoter Arte di Salvo Nugnes si intitola provocatoriamente 'Il futuro del mondo' e inaugura un ciclo di incontri con i 'grandi vecchi' della cultura italiana, cui si affianchera' l'esposizione di Palazzo Leti-Sansi, nel cuore della bellissima citta' d'arte umbra, e altre rassegne tra cui la retrospettiva su Pier Paolo Pasolini, raccontato dall'obiettivo di Roberto Villa, quando il regista stava lavorando in Medio Oriente al film 'Il Fiore delle mille e una notte'.
''A suon di vecchi sveglieremo il vecchiume di Spoleto'', ha detto Sgarbi, che polemicamente aveva lasciato nel 2012 il Festival dei Due Mondi ed e' comunque sempre tornato per questa manifestazione collaterale incentrata sul contemporaneo. Ma il critico ha anche ricordato come la sua presenza nella citta' umbra risalga fino dalla fine degli anni '70. ''La mia prima volta a Spoleto e' nel 1978, quando avevo 27 anni ed entrai subito nelle grazie di Menotti'', ha sottolineato, un po' per spiegare la sua scelta curatoriale di puntare per questa edizione sulla sapienza di grandi intellettuali ultranovantenni o centenari. Una riflessione, ha confessato, a cui l'ha portato la nuova attivita' di scrittore del padre Giuseppe Sgarbi, ''che ha scritto il suo primo libro intitolato 'Lungo l'argine de tempo' a 93 anni, imponendosi come il piu' antico esordiente dell'umanita'''.
Presente anche lui agli incontri di Spoleto Arte, Giuseppe Sgarbi sara' in compagnia dello scrittore sloveno Boris Pahor, un centenario tenuto vivo dalla rabbia per la violenza subita con la deportazione nei campi di concentramento. Ci saranno inoltre Eugenio Carmi, il piu' grande astrattista ancora in vita, e la storica dell'arte Mina Gregori, che ''potra' raccontare come sia stato esaltante stare vicino a Roberto Longhi, ripercorrendo momenti fondamentali della resurrezione dell'arte italiana''.
Al centro di tutto c'e' pero' Dario Fo (che ai novanta non e' ancora arrivato), per la prima volta a Spoleto (''e' sempre stato molto lontano dal mondo di Menotti'') anche in qualita' di pittore. La personale dedicata al Premio Nobel esporra' 20 tele che ne testimoniano la passione per la pittura, dagli esordi, nel 1964, fino a oggi. Assieme alle tele, Dario Fo porta a Spoleto immagini, disegni e video che raccontano aspetti noti o quasi sconosciuti del suo lavoro teatrale, foto di scena e scenografie.

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