Mondiali: fenomenologia, arte e miracoli del professor Andrea Pirlo
Neymar e Messi, e va bene: subito a rete, subito pronti a sfidarsi a distanza, tocchi e tocchetti, dribbling e colpi di prestigio. Poi, Balotelli e Van Persie e Benzema: bomber che non hanno mancato il primo appuntamento. Per non parlare di Campbell, che è la stella a sorpresa di questa Coppa, il trascinatore di un sorprendente Costa Rica.
Ma il Calcio, inteso come precisione e meraviglia, epifania e bellezza è rappresentato, in maniera esclusiva, da Andrea Pirlo, professore emerito in arte pallonata. I tifosi brasiliani, esteti riconosciuti del futèbol bailado, lo hanno eletto a loro beniamino, con una pena: il fatto di non chiamarsi Pirlinho, e di poter così vestire la camiseta della Seleção.
Classe '79, svenduto dal Milan alla Juventus tre stagioni fa, Pirlo ha ritrovato alla corte di Madama la sua seconda giovinezza, portando i bianconeri di Conte a conquistare tre scudetti consecutivi e all'Italia di Prandelli a qualificarsi, senza patemi, per il mondiale. E contro l'Inghilterra lo show da bola non è mancato: il 95% dei passaggi azzeccati! una traversa su punizione con una conclusione degna di un mago, un tocco di palla alla Pelè. A Manaus la gente si è spellata le mani davanti a tanta pura e lucente estetica. Sì, signore e signori, benvenuti alle lezioni del prof Pirlo, docente in arte del football!
Senso tattico, spirito di abnegazione, la capacità di intuire la posizione dei compagni, il lancio millimetrico, un eccellente palleggio, un tiro micidiale: difficile trovare, oggi, un calciatore così completo. Per Pirlo il calcio non è soltanto un mestiere, ma una missione: il prato verde rappresenta una sua precisa condizione esistenziale, lì esprime la sua scienza e la sua fantasia, lì trovano libero spazio la sua matematica e la sua immaginazione.
Gli avversari hanno preso a marcarlo "a uomo", come si faceva un tempo, e dove noi eravamo gli indiscussi maestri: ma è tutto inutile, Pirlo, dalla lunga barba, sa perfettamente come liberarsi dalla pressione, dalla gabbia, come uscire dal perfido labirinto: il tutto con la semplicità del campione vero.
Avanti, dunque, Italia. Puoi davvero sognare con un asso così. E Andrea Pirlo non chiede altro di vincere, sorridere, di divertire e di divertirsi.

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