Più che il Latina poté l’arbitro: rossoverdi sconfitti per 2-0
LATINA – Che la Ternana non fosse nelle grazie dei direttori di gara lo temevamo da un po’, ma oggi ne abbiamo avuto una conferma lampante grazie all’arbitraggio del torinese Diego Bruno che ha letteralmente imperversato su una squadra già di per sé fortemente incerottata per le tante assenze dovute ad infortuni e squalifiche rimediate nei turni precedenti.
E si che le Fere, a caccia dei punti necessari per guadagnare la salvezza, avevano iniziato l’incontro con maggiore intraprendenza dei loro avversari chiudendo più che meritatamente sul pari un primo tempo che ha segnato però alcuni momenti di ansia che lasciavano presagire il poco di buono che sarebbe accaduto nella ripresa, come quando al 37’ il direttore di gara ha incomprensibilmente sventolato il cartellino giallo in faccia a Miglietta colpevole, a suo dire, di non aver rispettato la distanza su una punizione assegnata in favore dei pontini.
Una decisione che avrà le sue conseguenze nefaste nella ripresa, quando il direttore di gara torinese, al 16’, assegnava ancora il giallo al giocatore rossoverde colpevole, questa volta, di un fallo commesso al limite dell’area. Doppia ammonizione, dunque, per Miglietta, costretto così a raggiungere negli spogliatoi Russo che aveva già percorso lo stesso cammino al 3’, perché reo di aver atterrato un avversario, quando chiaramente la sua entrata era stata sul pallone.
Ternana ridotta in nove e costretta alla difensiva, dunque, e di questa immeritata superiorità numerica approfittavano subito i pontini che pochi minuti dopo, per la precisione al 20’, passavano in vantaggio con una punizione dal limite battuta da Viviani.
Pur apparendo compromesso il risultato, i rossoverdi non si perdevano però d’animo tentando anche una reazione che poteva avere sorte migliore se al 39’ Gavazzi non avesse sprecato un palla d’oro servitagli da Ceravolo, mandandola a lambire di pochissimo il palo.
Poi, in pieno recupero, al 47’ il raddoppio di Jefferson per il Latina che chiudeva i giochi e le speranze degli umbri ai quali non restava altro che imprecare per la cattiva sorte che aveva messo sul loro cammino in direttore di gara chiaramente “non in palla”.

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