“L’approvazione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 ci consente di guardare al futuro con la certezza di risorse importanti per il rinnovamento dell’agricoltura umbra”. E' quanto sostiene il presidente regionale della Cia Umbra Antonio Sposicchi secondo il quale la concertazione con la Commissione Europea avrebbe adeguato il Programma operativo regionale ai grandi cambiamenti intervenuti con la riforma di medio termine del 2003. Grazie a ciò è ora possibile procedere con forte speditezza verso l’emanazione dei bandi, previa concertazione, che favoriscano una nuova impostazione nella quale diverranno centrali i progetti che saranno presentati dagli gli agricoltori. Ma il PSR da solo non basta –nota ancora Sposicchi- perché occorre procedere ora alle riforme di sistema e quindi delle Agenzie regionali, oltre che della struttura dell’Assessorato, per garantire una reale “semplificazione amministrativa” che si può raggiunge attraverso anche una “armonizzazione delle diverse normative trasversali”. Se il “sistema umbro” che opera nel settore agricolo e dello sviluppo rurale sarà capace di farlo, allora sarà possibile mantenere un’alta efficienza della spesa, il che vuol dire spendere interamente le risorse disponibili, ma, soprattutto, si potrà elevare l’efficacia della gestione amministrativa e consentire il pieno raggiungimento degli obiettivi del Psr stesso. Inoltre, per il presidente regionale della Cia, “la progettazione integrata, che resta l’asse fondamentale su cui è impostato il PSR, rappresenta una sfida che gli agricoltori umbri hanno già accettato e utilizzato nel precedente Piano. Si tratta, ora, di proseguire il lavoro di progettazione dello sviluppo delle aziende e proprio attraverso la progettazione integrata, si dovranno affrontare tutti i problemi delle filiere: dalla produzione alla trasformazione, fino alla commercializzazione nella visione del mercato”. Le risorse messe a disposizione sono molte, in totale 1.046.493 milioni (quota pubblica e quota privata), 334,430 dei quali provenienti dalla quota Ue del Fondo FEASR, 425,638 dallo Stato e dalla Regione (che sommati fanno 760,068 milioni euro) e, infine 286,425 milioni sono stati messi a disposizione dai soggetti privati. Gli agricoltori dovranno essere però adeguatamente supportati dal sistema bancario che dovrà impegnarsi a dare credito alle imprese vitali, per consentire loro di attuare gli investimenti che hanno programmato per migliorare la loro capacità competitiva, proseguendo il loro lavoro già avviato nella direzione della qualità e del collegamento con il territorio. In questa prospettiva –assicura Sposicchi- la Cia dell’Umbria metterà a disposizione delle proprie imprese uno staff di tecnici specialistici della “Consulenza” e si impegnerà anche attraverso le diverse associazioni nelle quali si articola la sua presenza in ambito regionale: Agia per i Giovani agricoltori, Donne in Campo per l’Imprenditoria Femminile, Turismo Verde per l’Agriturismo e il Turismo rurale, il “Consorzio filiera agroalimentare umbra” per la valorizzazione dei prodotti tipici e per la vendita diretta.

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