PERUGIA - Lavorare sin da ora per un progetto di tutela paesistico - ambientale che avvicini Perugia alle esperienze fatte da molte altre città europee nella gestione del suo territorio. “Riteniamo – afferma Anna Rita Fioroni – che il caso di San Bevignate possa rappresentare un’utile occasione per riflettere su un programma di Rinnovamento che punti ad un piano del territorio che innanzitutto, dove necessario, riutilizzi la volumetria degli edifici esistenti aggiornando le funzioni sulla base dei bisogni della collettività”.

Si tratta, secondo Fioroni, di un’opportunità per applicare quei principi che la nuova urbanistica ha ormai ben delineato e che si basano sull'uso attento delle risorse ambientali, culturali e territoriali. Il nostro progetto di città contribuisce ad andare in questa direzione, a privilegiare il risanamento della cubatura esistente e la riqualificazione del patrimonio storico ed architettonico esistente, con l’obiettivo di coniugare l’efficacia nella salvaguardia e riproduzione delle risorse essenziali del territorio con tempi di pianificazione ragionevoli.

“Quando parliamo di contenimento – spiega Fioroni – parliamo di una preferenza di diritto, tendenziale, verso le operazioni di riconversione, che fra l’altro, eviterebbero lo svuotamento dei centri storici, favorendo un rilancio di molte attività economiche in queste aree. Chiediamo l’impegno ad una discontinuità reale con il passato, per evitare il ripetersi di situazioni complesse come quella di San Bevignate, e perciò anche in relazione a progetti futuri che non rientrino più in una logica di sostenibilità ambientale che il Comune intende perseguire”. 

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