Mentre servirebbe un bilancio delle privatizzazioni che negli ultimi venti anni hanno indebolito l’apparato produttivo italiano, mentre servirebbe per l’uscita dalla crisi un nuovo intervento pubblico, il governo Letta-Alfano per fare cassa  e soddisfare le richieste dell’Europa delle banche si appresta, tra le altre aziende pubbliche, a privatizzare e, di fatto, svendere parte di Poste Italiane. Bene hanno fatto CGIL Umbria e SLC CGIL Umbria a dichiarare da subito netta contrarietà, bene hanno fatto a ricordare che nella nostra regione le Poste, nonostante i tagli, rappresentano un servizio e un presidio importanti da tutelare e rilanciare per le nostre comunità. Per questo il mantenimento del carattere pubblico di Poste Italiane e la salvaguardia dei livelli occupazionali costituiscono ulteriori elementi per aprire la vertenza Umbria con il governo. Per il futuro del paese e della nostra regione, della sua tenuta sociale ed economica, questa volta non servono davvero tante “distinzioni poetiche”.

Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc Perugia

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