(AKR) - CASTIGLIONE DEL LAGO - Sarà un'intensa giornata dedicata al ricordo quella di lunedì 27 gennaio a Castiglione del Lago per le celebrazioni del Giorno della Memoria, esattamente a 69 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche. «Una data importante - dichiara Ivana Bricca, assessore comunale alla cultura - che sarà celebrata presso il cinema Caporali di Castiglione del Lago dalle scuole Primaria e Secondaria insieme alla amministrazione comunale con un'iniziativa aperta a tutti i cittadini». Al Cinema Caporali la proiezione di "Anita B.", nuovissimo film di Roberto Faenza, sarà preceduta da una esecuzione canora intitolata "Mai più" delle classi quinte della scuola primaria "Anna Frank" di Colonnetta e dalla proiezione del cortometraggio "Il volo di Sara" realizzato dai ragazzi della quinta B di Colonnetta dello scorso anno scolastico e pluripremiato in tutta Italia nel 2013.

 

«La mattina del 27 e nei giorni successivi - spiega Ivana Bricca - abbiamo organizzato una speciale programmazione per le scuole con film adatti anche ai più piccoli. Il film di Faenza sarà inoltre proiettato a ingresso libero e gratuito ai ragazzi del biennio della scuola Secondaria Superiore. La nostra scelta di proporre un film di assoluta attualità, condivisa dalla cooperativa Lagodarte, è stata determinata dalla convinzione che sugli eventi tragici della storia, ricordati il 27 gennaio, si debba assolutamente mantenere viva la memoria nelle persone: soprattutto i giovani debbono essere aiutati a formare una consapevolezza e una coscienza di assoluto rifiuto di certe assurde e orribili esperienze dell'umanità».

 

La storia del film di Faenza è anche un omaggio a Edith Bruck, la scrittrice sul cui romanzo "Quanta stella c'è nel cielo" è basato il film. Anita, una ragazza ungherese scampata ad Auschwitz, viene accolta a Praga dalla zia Monika, insieme al marito Aron e al di lui fratello Eli. La famiglia ebraica si sta risollevando dall'ondata di antisemitismo nazista (ben consapevole che anche l'Unione Sovietica non vede di buon occhio gli ebrei) e Anita viene accolta con un misto di affetto e preoccupazione, sia per le attenzioni indesiderate che la sua presenza può attirare, sia per la volontà della ragazza di ricordare la terribile esperienza dei campi di concentramento.

 

Faenza sviluppa il tema della negazione della memoria incarnandolo in una ragazza che dovrebbe solo pensare al futuro, e invece si ostina a cercare le radici oscure del passato, sulle quali sollevarsi con maggiore sicurezza. "Anita B." si colloca a metà fra il sussidiario, con i suoi monologhi (e dialoghi) didascalici pensati per spiegare la storia anche alle generazioni più disinformate, e la favola yiddish, con personaggi come Jacob, "lo zio che tutti vorrebbero avere" interpretato da Moni Ovadia, e scene corali come quella del ballo della comunità.

Condividi