CASTIGLIONE DEL LAGO - Il giorno 10 Gennaio 2014 ho presentato al Partito Democratico di Castiglione del Lago 115 firme di iscritti per candidarmi alle Primarie di Coalizione del Centrosinistra per la scelta del candidato sindaco e, in base ad una norma del regolamento votato dalla direzione, contestualmente sono stato obbligato a dimettermi dalla carica di Assessore ai Lavori Pubblici.

Oggi 23 Gennaio 2014 ufficializzo la mia candidatura. La mia candidatura ha l’ambizione di superare le divisioni personalistiche del 2009 e punta a coinvolgere tutto il centrosinistra in un progetto comune per affrontare i prossimi cinque anni di governo del territorio. Abbiamo l’occasione unica e irrinunciabile di cambiare verso, cambiare metodi, cambiare mentalità e, quindi, di cambiare davvero. Partendo proprio dalle primarie aperte a tutti i cittadini, che dovranno essere un momento di confronto e ascolto per scrivere insieme un programma fatto di cose concrete e capace di parlare a tutti, anche a chi ha sempre pensato che la politica fosse qualcosa di distante e chiuso.

Questo è il momento di scegliere, insieme alla politica, ma lontano dalle logiche e i metodi dei Partiti, perché per cambiare verso, oltre che il coraggio e idee nuove, occorre riconoscere i propri errori e i propri limiti. Il mio programma avrà dieci punti più un punto zero, il punto più importante per me, lo stesso punto che Matteo Renzi nel 2010 alla Stazione Leopolda di Firenze ci chiese di condividere: la speranza di guardare al futuro avendo il coraggio di metterci la faccia, smettendo di accettare che nulla può cambiare.

Oggi quel “giovane” Sindaco di Firenze ha avuto una consacrazione popolare anche da chi, solo un anno fa, lo accusava di voler distruggere un Partito e “rottamare” una classe dirigente. Mi candido, quindi, con la consapevolezza che non basta più governare sotto l’ombra del nostro campanile e con l’ambizione di immaginare Castiglione del Lago come un pezzo della Città del Trasimeno, un grande territorio che deve abbattere gli steccati e riconoscersi come una sola comunità, per non essere più fanalino di coda dell’Umbria e riscoprire le potenzialità di essere terra di confine.

Matteo Burico 

 

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