PERUGIA - “Le linee di indirizzo contenute nel Dap costituiscono un  segnale concreto di forte attenzione nei confronti degli anziani e non autosufficienti, categorie e fasce di età in costante crescita anche in Umbria, nei confronti delle quali, anche in periodi di spending review, la nostra Regione vuole continuare a dare risposte puntuali e di qualità, valorizzando a pieno il grande patrimonio di strutture e professionalità ad oggi presenti su tutto il territorio”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi, rilevando come la Regione abbia “confermato un impegno importante di risorse, pari a 4 milioni e 750 mila euro, come quota di ripartizione del fondo nazionale per la non autosufficienza e la programmazione triennale verrà ridefinita nel bilancio regionale”.

 

“Nei dati emersi in Commissione Sanità e Servizi sociali durante l'ultima riunione, dedicata agli aspetti del Piano regionale integrato per la non autosufficienza ed alle residenze sanitarie assistite (Rsa) emerge – sottolinea Smacchi - una propensione marcata, soprattutto nell'ultimo periodo, a tenere gli anziani in casa ed utilizzare la pensione come rendita familiare, piuttosto che usufruire delle residenze protette (il tetto da raggiungere è di 2.280 posti letto in tutta l'Umbria in residenza protetta). Sul versante delle Rsa, che sono interamente a carico del sistema sanitario regionale, nel biennio 2014 – 2016 saranno attivati tutti i 400 posti previsti, rispetto ai 193 attivi ad oggi dei quali 10 all'Easp di Gualdo Tadino, 90 nel perugino, 20 a Marsciano, 8 a Pantalla e 12 nel Trasimeno. In totale 140 posti attivi solo nella Asl 1 dove ne erano previsti 233, pertanto ne dovranno essere realizzati altri 93 che saranno distribuiti secondo quanto previsto nel piano, 18 ad Umbertide, 16 a Città di Castello, 14 a Branca, 15 ad Assisi ed 8 nel Trasimeno per un totale di 81, cifra molto vicina agli obiettivi previsionali. Viene sostanzialmente confermato l'indirizzo ad una forte propensione dei servizi per la non autosufficienza su tutto il territorio regionale attraverso l'individuazione di un percorso per step che prevede un primo passaggio in Rsa in ospedale, propedeutico al trasferimento presso le strutture che operano già da tempo, tenuto conto che il periodo di permanenza non può superare i sessanta giorni”.

 

“In questo contesto – conclude - può essere portata ad esempio la struttura dell'Easp di Gualdo Tadino (struttura convenzionata) che da anni rappresenta un punto di riferimento di eccellenza per tutto il territorio dell'alto Chiascio e non solo, che dalla nuova programmazione del Prina dovrà vedere il proprio ruolo rafforzato anche in virtù delle prospettive di riutilizzo dell'ex ospedale Calai”.

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