di Franco Arminio

La piog­gia, il ter­re­moto, un senso di buio, come se si andasse da notte a notte, come se i giorni fos­sero da qual­che altra parte. Ci hanno lasciato gli ani­mali, ci hanno lasciato le ore, ci hanno lasciato i pia­neti, e dio ci aveva lasciato da tempo. L’umanità non è stata mai tanto sola. Dob­biamo par­lare tra noi, ma più ancora è neces­sa­rio che tor­niamo a par­lare a ciò che è fuori di noi. E quindi biso­gna riat­ti­vare un lin­guag­gio per stare den­tro il mondo, quello che usiamo per par­lare tra noi è solo la chioma, biso­gna tro­vare un lin­guag­gio radice. Altro che l’anemia les­si­cale a cui ci hanno abi­tuato i poli­tici sem­pre più acca­niti al con­tin­gente. Ormai per loro l’orizzonte non va oltre la mezza giornata.

La fra­gi­lità dell’Italia richiede una paziente opera di restauro. Come se aves­simo davanti a noi un vaso pre­zio­sis­simo ma pieno di crepe. Il lavoro che manca dovrebbe venire innan­zi­tutto dal restauro dell’Italia, l’affresco del Bel­paese è stato coperto dalle pol­veri della moder­nità inci­vile a cui ci hanno con­dotto i cava­lieri del pro­gresso. L’Italia aveva biso­gno anche di indu­strie, ma non aveva biso­gno di vil­lette in ogni dove. A Taranto si poteva fare l’acciaio, ma non c’era nes­sun biso­gno di cir­con­dare la città con una fab­brica mostruosa. Par­liamo da molti anni della casta che non vuole rinun­ciare ai suoi pri­vi­legi e intanto con­si­de­riamo senza scan­dalo cose assurde, come il fatto che sul Vesu­vio ci sono più abi­tanti del Molise. Una nazione con quasi 50 mila frane cen­site, nell’ultima finan­zia­ria ha stan­ziato una cifra ver­go­gnosa per la tutela dell’ambiente. E biso­gna anche dire che quasi tutti i cit­ta­dini chie­dono alla poli­tica rispo­ste per il loro por­ta­fo­glio, quasi mai rispo­ste per i luo­ghi in cui vivono. Avere uno sconto sulle tasse per la casa e poi veder­sela spaz­zata via da una frana non è un buon affare.

La disoc­cu­pa­zione è cer­ta­mente un pro­blema gra­vis­simo, ma la qua­lità dell’aria lo è altret­tanto: nelle città ita­liane si vive e si lavora nel veleno senza che ci siano prov­ve­di­menti seri per cam­biare lo sce­na­rio. Non abbiamo un par­tito eco­lo­gi­sta e la popo­la­zione non è più eco­lo­gi­sta dei suoi rap­pre­sen­tati in Par­la­mento. L’immagine del treno dera­gliato in Ligu­ria è la potente meta­fora del dera­glia­mento di un’intera nazione. Abbiamo pen­sato di far gover­nare i furbi, spe­rando che usas­sero la loro fur­bi­zia anche a nostro van­tag­gio (è que­sto in sin­tesi il dna dell’intramontabile espe­rienza ber­lu­sco­niana). So bene che ogni volta che ci sono frane e allu­vioni si ripe­tono gli stessi discorsi. Forse l’errore è di limi­tarci al dopo. Que­sti discorsi biso­gna farli prima, biso­gna farli nei giorni in cui non ci sono scia­gure. E se la visione, se l’orizzonte cul­tu­rale hanno biso­gno di tempi lun­ghi per cam­biare, è comun­que il caso di invo­care anche scelte per l’immediato. L’Italia e l’Europa dovreb­bero desti­nare i soldi pre­vi­sti per la Tav in Val di Susa per il risa­na­mento idro­geo­lo­gico delle mon­ta­gne più indi­fese, dei paesi più sper­duti e affranti. Biso­gna met­tere in sicu­rezza que­sti ter­ri­tori e poi assi­cu­rare loro le con­di­zioni minime di civiltà almeno su que­sti tre set­tori: scuole, tra­sporti, sanità. Detto in altre parole: la scuola ele­men­tare deve stare in ogni paese, le strade pro­vin­ciali non devono essere piene di buche, una per­sona che ha un infarto deve poter rag­giun­gere un ospe­dale attrez­zato in meno di 45 minuti.

Non è vero che non ci sono le risorse, si tratta di distri­buirle in modo meno squi­li­brato. Da que­sto punto di vista il Sud con­ti­nua a essere vit­tima dei suoi errori, ma anche di poli­ti­che poco attente. L’Italia sta per essere punita per le sue car­ceri. Forse sarebbe il caso di minac­ciare un’ammenda anche per la con­di­zione dei paesi e delle mon­ta­gne. Stiamo per­dendo un immenso patri­mo­nio, il più grande che ave­vamo: il nostro pae­sag­gio. E non sarà certo una legge elet­to­rale che ce lo potrà ridare. Se que­sto governo deve restare in carica dovrebbe occu­parsi molto di più delle que­stioni ambien­tali. Ogni giorno pas­sato nell’inerzia su que­sto fronte è un giorno da criminali.

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