E che suc­ce­derà dei sem­pre più pic­coli par­titi a sini­stra del Pd a spese dei quali Renzi — come del resto già il suo ispi­ra­tore Vel­troni — imma­gina una legge elet­to­rale ben attenta a evi­tarne la rap­pre­sen­tanza par­la­men­tare? A rime­sco­lare le acque c’è senz’altro l’appello «una lista per Tsi­pras» (sul mani­fe­stodel 17 gen­naio) pro­mosso da un gruppo di intel­let­tuali (fra i primi fir­ma­tari Bar­bara Spi­nelli, Andrea Camil­leri, Marco Revelli, Guido Viale, Luciano e Paolo Flo­res D’Arcais) che sta rac­co­gliendo ade­sioni oltre i par­titi e movi­menti della sinistra-sinistra. All’appello guarda con inte­resse Sel, che nel week end apre il suo con­gresso divisa fra un’anima pro­pensa ad appog­giare il social­de­mo­cra­tico Schultz e una orien­tata verso il lea­der della greca Syriza. Discus­sione aperta. I con­te­nuti dell’appello sono cavalli di bat­ta­glia dell’area ven­do­liana. Meno dige­ri­bile l’approdo nel Gue, auspi­cato nell’appello e che rischia di peri­me­trare la cam­pa­gna nei con­fini della Sini­stra europea.

Intanto den­tro Rifon­da­zione la discus­sione cam­mina. Sabato a Roma si è tenuta, per ini­zia­tiva della com­po­nente Essere comu­ni­sti, un’affollata assem­blea di «lavori in corso a sini­stra». Pre­senti molte anime della sini­stra (Alba, Cgil, Fiom, Prc, Sel, Pdci, Azione civile, Movi­mento per il par­tito del lavoro). All’ordine del giorno la vicenda della lista euro­pea, ma si guarda anche più avanti. «Ovun­que in Europa — è stato il ragio­na­mento di Clau­dio Grassi — la sini­stra si afferma a cre­sce. Da noi è fran­tu­mata e non conta. Occorre riag­gre­gare la sini­stra par­tendo da ciò che uni­sce». La pro­po­sta è quella di «un coor­di­na­mento sta­bile» per con­cor­dare ini­zia­tive comuni. Qual­cuno evoca una nuova, enne­sima scis­sione nel Prc. Da quest’area arriva una smen­tita. E la replica di Grassi: «Oggi più che un rischio di scis­sione c’è un rischio di estin­zione. Di una scis­sione silen­ziosa delle migliaia che se ne vanno. Sta già suc­ce­dendo». Serve dun­que «uno sbocco poli­tico», «un ini­zio», spiega Alberto Bur­gio, verso ma anche oltre «le euro­pee, dove vanno scon­giu­rate ope­ra­zioni di ceto poli­tico che potreb­bero osta­co­lare la pre­sen­ta­zione di un’unica lista per Tsi­pras». Un nuovo ini­zio, un altro, che almeno sta­volta sap­pia «con­tra­stare una pro­pen­sione al set­ta­ri­smo radi­cata in tanti com­pa­gni da vent’anni di divi­sioni che sareb­bero dovuti essere vent’anni di ricom­po­si­zione delle forze critiche».

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