L'editoriale di Gian Filippo Della Croce - Giovani si diventa
di Gian Filippo Della Croce
PERUGIA - Il grande maestro Claudio Abbado, oltre che averci dato tante prestigiose interpretazioni della più bella musica universale, amava sottolineare la “missione” del fare musica, e a chi si stupiva del suo frenetico attivismo che anche in età avanzata dimostrava un certo piglio giovanile, amava rispondere con una famosa battuta “giovani si diventa”. La gioventù quindi va intesa non tanto come situazione temporanea della vita ma come obiettivo possibile che ognuno ha davanti a se , così che ognuno ha la possibilità di “diventare” giovane, che significa anche saper vedere con occhi nuovi, essere capaci di rinnovarsi e di rinnovare. Diventare giovani è possibile a qualsiasi età, basta volerlo, un consiglio utile anche per la politica e i politici di casa nostra entrambi decrepiti.
A questo punto come possono essere interpretati i tentativi di Matteo Renzi visti alla luce delle parole del grande maestro? Sicuramente essi vanno in quella direzione, mostrare a un paese annichilito dalla crisi e dall’incapacità della classe politica, che si può diventare giovani, ovvero che è possibile rinnovare e rinnovarsi, senza farsi avviluppare nel consolidato cerimoniale della vecchia politica, fatta di tavoli, tavolini, strapuntini eccetera. Si sia o meno d’accordo sugli obiettivi del neo segretario del Partito Democratico è inconfutabile la sua voglia di giovinezza politica, elemento indispensabile per cambiare l’Italia e non solo quella del palazzo, che Pier Paolo Pasolini definiva “un paese ridicolo e sinistro”.
Per la prima volta da molto, troppo tempo, si è assistito al fenomeno di un leader di sinistra che riesce ad imporre l’agenda del confronto politico all’interno come all’esterno del suo partito, costringendo tra l’altro Silvio Berlusconi, bestia nera della sinistra italiana, alla trattativa per stabilire nuove regole per realizzare una riforma elettorale che riporti l’Italia ad essere una democrazia più vera e più seria. Così che alla fine il vecchio “magnacomunisti”, che addebitava alla sinistra tutte le sciagure del paese, ha siglato una intesa per il cambiamento delle regole del gioco, le stesse che gli avevano permesso di governare l’Italia (davanti a una sinistra pietrificata) per un ventennio e lo ha fatto all’interno della sede del PD. Qualcuno ne è rimasto “scandalizzato”, ma sarebbe utile sapere se lo stesso senso dello scandalo lo abbia colpito nelle più recenti elezioni politiche e amministrative di fronte alle liste bloccate o ai “listini”.
Alla fine è stato uno scandalizzarsi da vecchia politica, ossia del tutto formale, in quanto nella riunione della direzione nazionale del PD, dove l’intesa proposta da Renzi ha avuto la maggioranza,i presunti dissidenti si sono prudentemente astenuti, come vogliono i riti del più trito politichese italico. Ma l’Italia vuole diventare giovane? Sappiamo sicuramente che è capace di parlare di argomenti che possono farla “diventare” giovane, come il merito, il talento, il sapere, la professionalità, la trasparenza, l’efficienza, l’etica,tutte cose che debbono “andare al potere”, come mai si era tentato prima. Renzi è forse soltanto il ragazzo che nel racconto di Andersen grida “il re è nudo !” e si stupisce che gli altri non se ne siano accorti, occorre convincersi che è ora di cominciare a vedere.

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