La Terza commissione di Palazzo Cesaroni ha dato parere favorevole a maggioranza, con l'astensione dei consiglieri di opposizione Valentino (FI) e Cirignoni (Lega), il regolamento attuativo della legge “23/2003” che detta “Norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale”, che consentirà di incrementare il patrimonio abitativo attraverso varie tipologie d'intervento, prima fra tutte la locazione a canone sociale o concordato, e di promuovere tutte le azioni possibili per garantire il diritto all'abitazione alle famiglie in condizioni di emergenza e a particolari categorie sociali. Soddisfatto l'assessore regionale Stefano Vinti: “una legge attesa da almeno diecimila famiglie umbre interessate ad un alloggio pubblico e alle prese con varie difficoltà”.

Ecco le novità salienti rispetto al corpo della legge “23/2003”, già modificata con legge regionale “15/2012”: introdotti i concetti di “alloggio sociale” e “servizio abitativo”, necessari per definire le caratteristiche e i requisiti del patrimonio di edilizia pubblica, al fine di esentarlo dall'obbligo di notifica degli aiuti di Stato (ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunità europea). Sarà possibile realizzare, in alternativa alla tradizionale programmazione pluriennale che spesso comporta tempi troppo lunghi tra lo stanziamento delle risorse e la loro effettiva spesa, singoli interventi, in modo da rispondere con rapidità alle necessità manifestate dalle categorie sociali che non trovano soluzioni alloggiative adeguate alle proprie condizioni economiche. Ridotta da 25 a 9 membri la composizione del Comitato permanente per l'edilizia residenziale, che ha il compito di formulare pareri e proposte per la programmazione regionale; istituito l'Osservatorio della condizione abitativa, per rilevare i fabbisogni e monitorare la situazione sul territorio. I bandi potranno essere emanati con cadenza biennale anche dall'Unione dei Comuni, qualora costituita, con possibili intese fra comuni limitrofi dove vi sono eccedenze di alloggi; modificati i tempi di approvazione delle graduatorie: 90 giorni per i Comuni che hanno meno di 500 domande e 120 giorni per chi ne ha di più. Ridisegnate le commissioni comunali di assegnazione con 5 membri, tra i quali 2 esperti in materie giuridico-amministrative esterni al Comune e un rappresentante delle organizzazioni sindacali degli inquilini.

Nello specifico, il Regolamento disciplina alcuni aspetti riguardanti la composizione del nucleo familiare aspirante all'assegnazione: 12mila euro il limite massimo di Isee per concorrere ai bandi (prima ci si basava solo sul reddito); i nuclei familiari non devono essere proprietari di alloggi idonei e il regolamento stabilisce i parametri di tale idoneità, sia come consistenza che come reddito da fabbricati. Per la formazione delle graduatorie di assegnazione particolare valenza viene attribuita a nuclei con presenza di minori, disabili e anziani, nonché alle coppie di nuova costituzione. Saranno prioritarie anche condizioni di emergenza abitativa quali sfratti e ordinanze di sgombero, nonché lo stato dell'immobile occupato (mediocre o scadente) oppure il sovraffollamento.

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