Letta-Renzi, "patto" per tirare a campare
Come ampiamente previsto e prevedibile, il faccia a faccia tra Letta e Renzi non ha risolto pressoché nessuno dei problemi sul tavolo. Al di là, infatti, delle generiche dichiarazioni sulla volontà di entrambi di lavorare per costruire e non per distruggere, ognuno dei due è rimasto sulle proprie posizioni. Il "patto", la "tregua armata" di cui si parla in queste ore in realtà non è che la presa d'atto di questa distanza.
Certo, il sindaco di Firenze ha di fatto assicurato il proprio sostegno al premier (solo per il 2014, beninteso) e questi in cambio ha aperto all'ipotesi di un rimpasto di governo, un Letta-bis. Ma con ogni evidenza occorre prima che si trovi un accordo sull'agenda politica di cui dovrebbe sostanziarsi il contratto di governo che Letta vuole far firmare ai partiti - tutti - della maggioranza. E qui casca l'asino, perché dei tanti temi sul tappeto (legge elettorale, riforme istituzionali, job act, diritti civili) Letta e Renzi ieri non hanno l'intesa su nulla.
Soprattutto il tema della legge elettorale resta lì a seminare zizzania, con il presidente del consiglio che vuole che si trovi prima l'accordo all'interno della maggioranza e solo dopo si allarghi la proposta alle opposizioni, mentre il segretario del Pd morde il freno, vuole un accordo rapido e dunque da farsi con chi ci sta, si tratti pure di Berlusconi. Il quale l'accordo con Renzi lo farebbe anche domani se questo gli garantisse l'election day a maggio con le elezioni europee. Di qui l'ambiguità nelle azioni del sindaco (e dunque la diffidenza di Letta), che mentre dice una cosa («sostegno al governo»), lavora per il suo contrario.
Al premier un Letta-bis farebbe comodo, perché gli consentirebbe di tirare dentro il governo, in modo più organico, il Pd renziano con ministri tutti nuovi e graditi al sindaco e dunque gli consentirebbe di tenere un po' più a bada lo scalpitante segretario. Ma non è semplice perché il premier dovrebbe comunque fare i conti con Alfano, il quale non è detto sarebbe contento di ritrovarsi fare da ruota di scorta ad un governo a trazione democratica: dove sarebbero più le "larghe intese"?
Ovviamente trattasi di fuffa, mentre le vere sfide - la crisi economica, la disoccupazione, lo sviluppo industriale, la riforma fiscale - sono da tutt'altra parte e il governo appare incapace di affrontarle.

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