Appalti: Cgil Umbria, discussione non più rinviabile
PERUGIA - La Cgil dell’Umbria ritiene non più rinviabile una discussione sul tema degli appalti nella nostra regione, per arrivare alla definizione di un protocollo tra le parti sociali e le Istituzioni. Nella crisi economica che si è determinata appare discutibile e non rispettosa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici la scelta, operata da stazioni appaltanti pubbliche e private, di arrivare a tagli indiscriminati nei capitolati di appalto. Tagli che sono figli della politica scellerata delle gare al massimo ribasso e della frammentazione in micro lotti delle attività.
E’ questa una logica che ha creato e continua a creare disoccupati e cassaintegrati con conseguenti ripercussioni economiche ai danni della collettività. E’ necessario, al contrario, lavorare per garantire il miglior utilizzo delle risorse come valore e impegno prioritario da perseguire per la massima trasparenza e per tutelare le persone occupate in settori di grande utilità per il mondo del lavoro, ma scarsamente visibili nelle vertenze collettive.
E’ infatti evidente che un sistema che utilizza il massimo ribasso, individuando come elemento discriminante la sola contrazione dei costi e non la qualità, può produrre fenomeni di dumping che inficiano anche la leale concorrenza, a danno delle imprese che rispettano le normative fiscali e del lavoro.
Per queste ragioni, si chiede alla Regione, all’Anci e alle Prefetture di promuovere, così come avvenuto per il Durc, una discussione che possa portare a garantire appalti pubblici socialmente responsabili, inserendo nei bandi di gara o nei capitolati di appalto, in aggiunta ai requisiti di legge, specifici requisiti ambientali, sociali e di tutela dei lavoratori, attraverso clausole di salvaguardia in grado di garantire diritti, tutele e la continuità dell’occupazione.
Tutto questo anche per garantire la regolarità, la sicurezza e la qualità del lavoro ad ogni livello della filiera come elemento di contrasto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e per favorire l’applicazione del CCNL, scardinando il fenomeno della catena del “subappalto” che impoverisce il lavoro e riduce di fatto le responsabilità in capo al committente e alle imprese appaltanti. L’utilizzo del criterio della congruità consente infatti gare appropriate dal punto di vista dei costi complessivi e del costo del lavoro.
La diffusione di buone prassi di qualificazione e sviluppo dell’occupazione di tutto il territorio regionale in un contesto di perdurante congiuntura economica negativo è la battaglia che il movimento sindacale non ha mai abbandonato.
Per la Cgil regionale dell'Umbria
Mario Bravi
Lucia Rossi

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