PERUGIA – Il Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, presieduto da Maria Rosi (Ncd) e composto anche dai consiglieri  Andrea Smacchi (Pd), Massimo Buconi (Psi), Gianluca Cirignoni (Lega) e Lamberto Bottini (Pd), ha esposto i risultati dell'attività svolta nel 2013 ed annunciato gli obiettivi per il 2014 in una conferenza stampa che si è tenuta stamani a Palazzo Cesaroni.

 

“Il nostro compito – ha spiegato la presidente Rosi – è quello di vigilare sugli atti dell'amministrazione pubblica e sullo stato di attuazione delle leggi che l'Assemblea legislativa dell'Umbria promulga. Questo abbiamo fatto nel 2013, che ci ha visti impegnati ripetutamente anche su fronti emergenziali come la crisi dell'azienda unica del trasporto pubblico locale e la gestione dei rifiuti negli ambiti territoriali integrati e quindi sull'attuazione del Piano rifiuti regionale. Per quanto riguarda Umbria mobilità, dopo la cessione a Busitalia ci auguriamo che l'azienda riesca a rispondere alle esigenze di un territorio difficile come l'Umbria e che il trasporto rimanga comunque servizio pubblico, visto che finora è stata fatta impresa con i soldi pubblici, anche assecondando manie di grandezza e facendo scelte rivelatesi sbagliate. Nel 2014 vogliamo portare all'interno dell'Assemblea regionale una discussione che tenga conto del lavoro di controllo e di raccolta dati che abbiamo svolto. Inoltre il monitoraggio sarà esteso ad altre leggi, come quella per l'imprenditoria giovanile o quelle in materia di politiche socio-sanitarie, particolarmente per quanto attiene alla non autosufficienza ed al sostegno alle famiglie, per vedere i risultati che hanno prodotto”.

 

“L'organo di controllo non ha potestà legislativa – ha ricordato Smacchi – ma può impegnarsi in proposte emendative e migliorative, mettendo a disposizione delle commissioni il proprio contributo”. Bottini ha rimarcato che “il controllo è un elemento di garanzia per i cittadini ed è fondamentale per evitare che una volta fatte le leggi se ne perda la cognizione e non sia verificata la loro efficacia”. Buconi ha sottolineato come il Comitato di monitoraggio non abbia “mai agito a maggioranza”, svolgendo un ruolo di controllo che “serve alle forze politiche di opposizione per esercitare le funzioni che gli competono, ma di cui ha bisogno anche la maggioranza”.

 

SCHEDA
Per il 2013 l'attività del  Comitato di monitoraggio è stata incentrata su tre direttive principali: la vigilanza sulla situazione di Umbria Mobilità, con audizioni dei vertici della società, dell'assessore regionale ai trasporti, dei revisori dei conti, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni dei consumatori. Il Comitato ha chiesto continuamente conto delle difficoltà economiche e della cessione del ramo aziendale anche per garantire la vicinanza delle istituzioni ai lavoratori alle prese con i ritardi nell'erogazione degli stipendi ed ai cittadini che scontano le problematiche del trasporto pubblico locale. Altro filone dell'attività di monitoraggio svolta nel 2013 ha riguardato la gestione dei rifiuti, con numerose audizioni: dei presidenti degli Ati, delle associazioni dei consumatori, dei gestori dei rifiuti e dei vertici dell'Arpa. Infine il monitoraggio sugli adempimenti riguardanti l'attuazione delle leggi 8 e 18 del 2011, riguardanti la semplificazione amministrativa e i processi di riforma endoregionale, con particolare attenzione alla fase di liquidazione delle Comunità montane e di attivazione delle Unioni speciali dei Comuni, processi complessi e tutt'ora in corso.

Per il 2014 il Comitato prevede di passare ad una seconda fase, sulla scorta dei dati e degli elementi raccolti, che sia di proposta all'Assemblea legislativa e porti al centro del dibattito politico le problematiche emerse. Inoltre sono già programmati ulteriori approfondimenti: sulla convenzione Regione-Università, sul complesso delle aziende ed enti con partecipazione della Regione e su alcune leggi per cui si ritiene di doverne monitorare l'efficacia, a cominciare da quella relativa all'imprenditoria giovanile per proseguire con le leggi in materia di politiche socio-sanitarie, con particolare riferimento alla non autosufficienza ed al sostegno della famiglia.

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