Il capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara, ha presentato la richiesta di referendum abrogativo  dell'articolo della legge nazionale “214/2011” che prevede la deregulation sul rispetto degli  orari  di  apertura e di chiusura dei negozi, sull'obbligo della chiusura domenicale e  festiva, nonché su quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio.

In sostanza, Stufara vuole che l'Assemblea legislativa dell'Umbria, come già deliberato all'unanimità da quella della Regione Abruzzo, chieda di ripristinare, attraverso referendum popolare su scala nazionale, la chiusura nei giorni festivi e la mezza giornata di chiusura infrasettimanale, ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione, che consente sia indetto un referendum per l'abrogazione parziale o totale di una legge quando sia richiesta da almeno cinque Consigli regionali (o 500mila elettori).

“Questa deregulation – spiega Stufara - ha solo rafforzato la grande distribuzione organizzata (GDO) ai danni dei piccoli negozi di vicinato, che non possono competere sugli orari e sui giorni di apertura, e incide negativamente sui lavoratori e le lavoratrici del commercio e sulle loro famiglie. Inoltre, a distanza di quasi due anni dall’approvazione della legge che doveva rafforzare la concorrenza, nonché la competitività tra gli esercizi commerciali, non si riscontrano né la diminuzione dei prezzi, anzi, semmai una contrazione nella spesa delle famiglie, né un significativo aumento dei posti di lavoro o del prodotto interno lordo. Appare pertanto necessario intervenire sulla normativa nazionale al fine di ricondurre la competenza legislativa e la potestà di regolamentare nel settore del commercio alle Regioni e agli enti locali, ai quali spetta il compito della pianificazione della turnazione delle festività lavorative, in modo che non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori tutelando contemporaneamente i diritti dei consumatori. Le Regioni, gli enti locali, le organizzazioni di categoria del commercio, le organizzazioni sindacali e persino la Conferenza Episcopale Italiana hanno espresso il proprio dissenso rispetto a questa deregolamentazione selvaggia. Considerato che alla Camera dei Deputati sono state presentate – prosegue il capogruppo del Prc - tre proposte di legge di iniziativa parlamentare, rispettivamente  da deputati del Movimento 5 stelle, del Partito Democratico e del Popolo della Libertà, nonché una proposta di legge di iniziativa popolare. Al momento tali progetti sono stati riuniti e posti all’ordine del giorno della Commissione–Attività produttive”.

Il consigliere regionale propone dunque che il Consiglio regionale dell'Umbria deliberi di presentare la richiesta di referendum abrogativo della normativa richiamata, affinché possano essere poi i cittadini italiani ad esprimersi tramite lo strumento referendario.

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