In merito alla vicenda dei licenziamenti alla IperCoop di Terni, l’accusa della Filcams Cgil a  Rifondazione Comunista di voler attaccare il sindacato piuttosto che difendere i lavoratori, capovolge la realtà.

Il PRC ha inteso denunciare all’opinione pubblica quello che è avvenuto, nel corso dell’ultimo mese, in quel luogo di lavoro, raccogliendo la domanda dei lavoratori perché il licenziamento dei loro colleghi non passasse sotto silenzio, come stava avvenendo.

Registriamo, sulla vicenda, una prima posizione pubblica da parte del principale sindacato confederale.

Come abbiamo affermato nel nostro comunicato, per effetto di una crisi economica incontrastata che si protrae ormai da quasi sei anni, sono moltissimi i posti di lavoro persi quotidianamente ed in tutti i settori produttivi, nessuno escluso.

L’Umbria, purtroppo, è in testa nelle classifiche nazionali e, a Terni, è recentissima la notizia del drastico ridimensionamento delle maestranze da parte delle ditte appaltatrici all’acciaierie ternane a cui è stato impedito, dalla sera alla mattina, persino di rientrare in fabbrica un ultima volta. Sono  altri lavoratori ed altre famiglie che perderanno, nei prossimi giorni, la propria fonte di reddito.

E, per le particolari condizioni in cui si trova il nostro Paese, le conseguenze di un licenziamento sono oggi, per chi lo subisce, ancora più drammatiche che in passato.

E’ per questo che i licenziamenti all’Ipercoop di via Gramsci, per motivazioni risibili, a noi risultano ancor più inaccettabili, come i tanti altri che avvengono giornalmente, senza alcun clamore, in ogni luogo di lavoro, grazie alla  abolizione di fatto dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Stupisce che non si comprenda la gravità e la particolarità dell’accaduto.

 

Alla Filcams rispondiamo che l’Ufficio vertenze della  Cgil ha sempre garantito l’assistenza legale gratuita ai lavoratori: non è una novità di questi giorni. Fornire questo servizio, è sufficiente per ritenere chiuso il caso? Nel nostro comunicato ricostruivamo la conflittualità di quel periodo, dovuta proprio alla vertenza aziendale in atto sull’organizzazione del lavoro e sulle modalità di gestione delle domeniche e dei  festivi.

Una  vertenza durissima la cui conclusione ha portato una parte consistente  di lavoratori a ritirare la loro delega sindacale e, successivamente, a costituire una propria rappresentanza sindacale di base.

La vicenda dei due licenziamenti, a noi  pare in stretta relazione con i fatti di quei giorni e ne è, forse, la diretta, drammatica conseguenza.

Rifondazione Comunista inoltre non ha mai affermato che il 25 Aprile ed il 1° Maggio si è lavorato alla Coop Centro Italia e sostenere il contrario è solo funzionale a spostare il merito del dibattito. Nel merito vorremmo ricordare che sulla liberalizzazione degli orari delle attività commerciali quando nella primavera di quest'anno il consiglio regionale, obbedendo all'ennesimo diktat governativo, ha modificato la legge regionale sul commercio, rispondendo di fatto "obbedisco" a quanti in questi anni hanno promosso lo sfruttamento delle maestranze e lo strangolamento dei piccoli commercianti ed artigiani. il solo gruppo del
PRC ,in splendido isolamento, non ha votato a favore di quella legge, senza che da tutto il fronte sindacale sia pervenuto alcun segnale.
non è il nostro comunicato ad essere un'accusa al sindacato, ma il comunicato della filcams a suonare come un'autodifesa, che peraltro consente anche di distogliere l'attenzione dalla Coop Centro Italia, verso
la quale invece si dovrebbe operare unitariamente per chiedere l'immediato reintegro dei lavoratori licenziati. perchè la CGIL, oltre ad offrire generosamente l'assitenza legale e vantarsi della preferenza accordatagli da uno dei due lavoratori licenziati, non sostiene la mobilitazione, unendosi alla richiesta di immediato reintegro? 

Non è nostro scopo alimentare polemiche e non risponderemo alle pesanti e gratuite accuse rivolteci.

Di certo non rinunceremo, però, al nostro compito politico che è quello di cercare di difendere i diritti dei lavoratori e delle classi sociali più deboli e provare a dare loro quella rappresentanza politica che oggi non esiste più e di cui ci sarebbe invece estremo bisogno, anche attraverso una dialettica dura ma costruttiva con tutte le parti in causa.

Se questo a qualcuno da’ fastidio, gli consigliamo di  farsene una ragione: noi non faremo passi indietro.

 

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di Terni

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