PERUGIA - “I numeri dell'emergenza abitativa sono la conseguenza di uno dei tanti paradossi che caratterizzano il nostro Paese, dove ad un'inedita cementificazione del suolo disponibile si affianca il grave sottodimensionamento delle risorse destinate all'edilizia popolare”. Così il capogruppo regionale di Rifondazione comunista Damiano Stufara per il quale si tratta di “un quadro segnato da abusivismo edilizio e degrado sociale, che rende necessario il riutilizzo del patrimonio abitativo esistente, cresciuto di oltre 4 milioni di case solamente negli ultimi 15 anni, in gran parte sfitte o inaccessibili alle centinaia di migliaia di famiglie in condizione di povertà relativa o assoluta”.

Per Stufara, “il dramma sociale che vivono quanti in questi anni sono stati privati di un alloggio stabile, chiama in causa non solo la politica, ma tutti quei soggetti sociali, proprietari di immobili, che possono contribuire a far sì che nessuno rimanga senza un tetto, dando compiuta attuazione a quei valori fondamentali del vivere sociale evocati dallo stesso Pontefice. In questo senso – commenta - se è vero che 'non c'è famiglia senza una casa', dobbiamo essere pienamente conseguenti e riconoscere che non può essere considerata una casa quella dove non c'è una famiglia. Per fare questo passaggio dialettico – spiega - occorre mettere a sistema la solidarietà, costruendo percorsi comuni fra istituzioni, privati ed enti religiosi per trasformare il patrimonio immobiliare disponibile in un'autentica rete di protezione e di salvaguardia, accessibile a chi ne ha bisogno”.

Stufara, in conclusione, si unisce quindi all'appello avanzato nei giorni scorsi dall'assessore regionale Stefano Vinti alla Conferenza Episcopale Umbra “affinché vengano messe a disposizione le strutture di proprietà della Chiesa, idonee ad essere utilizzate per ampliare l'offerta abitativa nel nostro territorio, dove nulla deve essere lasciato d'intentato per dare risposta a quanti, senza responsabilità, subiscono l'effetto della crisi”.

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