Esami obbligatori per gli studenti che, abbandonati gli istituti professionali al termine del primo anno, vorranno avvalersi degli Enti di formazione regionale come alternativa al percorso scolastico tradizionale, per poi tornare a diplomarsi iscrivendosi di nuovo agli istituti statali.

 

Passa all'unanimità, 30 votanti su 30 presenti, l'emendamento Idv firmato Brutti e Dottorini alla nuova legge sulla formazione professionale. Per fronteggiare la mortalità scolastica, la Regione ha voluto estendere le prerogative degli Enti di formazione, abilitandoli a recuperare gli studenti in difficoltà fin dal primo anno delle superiori. In questo modo il secondo e terzo anno potranno essere svolti presso gli Enti di Formazione, che alla fine rilasceranno una sorta di “diploma breve” triennale.

 

Successivamente si è prevista la possibilità di completare il ciclo di studi iscrivendosi di nuovo all'Istituto professionale, in modo da completare il quarto anno e conseguire un diploma di stato valido a tutti gli effetti. Un “rientro in carreggiata” che nel testo di legge non prevedeva alcun esame di ammissione e da qui l'emendamento dell'Italia dei Valori.

 

Secondo Paolo Brutti andava evitato il rischio di creare una corsia alternativa che permettesse agli studenti dei corsi regionali un percorso facilitato al secondo e terzo anno in vista del rientro automatico nell'ultimo anno, parificando di fatto i corsi regionali alla scuola pubblica. Inserire l'esame di ammissione consentirà agli istituti professionali di certificare la preparazione degli allievi formatisi all'esterno, a salvaguardia dell'unità didattica e degli studenti che hanno svolto il loro corso di studi in modo regolare e con profitto.

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