Regione. Question Time: Su Centri per Impiego Ass. Riommi risponde a Mariotti
Nella parte della seduta odierna dell'Assemblea di Palazzo Cesaroni dedicata alle interrogazioni a risposta immediata (question time), l'assessore Vincenzo Riommi ha risposto all'atto ispettivo presentato dal consigliere Manlio Mariotti (Pd) in merito “alle azioni da intraprendere nei confronti del governo nazionale per sollecitare la definizione della riforma dei servizi per il lavoro e dei centri per impiego”.
Manlio Mariotti ha chiesto di capire dalla Giunta “quali iniziative e quali proposte intende portare avanti per sollecitare una riforma dei servizi per l’impiego che tuteli i lavoratori, il ruolo e la funzione pubblica di questi servizi. Con la riforma dell’impiego e le politiche attive del lavoro in questa regione devono essere portate avanti azioni per contrastare la crisi economica e i livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile, che si stanno verificando. La preoccupazione è che la volontà espressa dal ministro Giannini nel realizzare la riforma strutturale per i servizi per il lavoro in realtà si trasformi in un nuovo disegno di neo centralizzazione di questi servizi che di fatto sconfesserebbe la riforma realizzata nel 1999. Una eventualità che sarebbe un punto di arretramento assolutamente inaccettabile e soprattutto una scelta che non tiene conto delle esperienze più avanzate che si sono realizzate in questi anni, anche nella nostra regione. I centri per l’impiego svolgono un servizio di prima accoglienza, orientamento, consulenza e opportunità di impiego per tanti giovani, lavoratori e cassaintegrati. Le loro potenzialità nel favorire l’orientamento e l’avviamento al lavoro sono percentualmente molto maggiori di quelle che le statistiche oggi mettono in rilievo e molto spesso le inefficienze e i limiti derivano in larga parte da organici significativamente inferiori agli standard europei. La Germania ha centomila operatori che lavorano dentro i centri per l’impiego pubblici, in Italia ce ne sono solo diecimila, e una gran parte di questi sono a part-time e sono precari”.
L'assessore Riommi ha risposto parlando di “un tema di straordinario rilievo, di cui investire da subito la Commissione per un approfondimento nello specifico umbro. L'Umbria, insieme alle altre Regioni, sta lavorando sul piano nazionale, dobbiamo vedere se insieme possiamo trovare altri luoghi di approfondimento per poi portare in Consiglio un lavoro più approfondito e più organico. I servizi per l’impiego e le politiche attive per il lavoro sono il 'buco nero' del sistema italiano. Quello dell’Italia è considerato uno dei migliori e più efficienti d’Europa e dei meno costosi sulle politiche attive, visto che siamo sideralmente lontani dalle medie dei paesi avanzati. La realtà è che c’è mezza Italia che alla voce avviamento e funzionamento ha la cifra zero, dividere la stessa cifra per metà, significa avere un dato non trasparente. Alcune regioni, compresi noi, hanno dato simili a quelli e migliori dei paesi europei. Se andiamo a vedere le politiche per il lavoro, siamo il sistema più efficiente d’Europa perché non ci spendiamo un euro. Questo Governo, al pari di tutti quelli precedenti, ha sottoposto dall’inizio il tema di una riforma nazionale. Il tentativo è quello di creare un livello essenziale di prestazione, un diritto civile per tutti gli italiani. La nostra impostazione è un sistema nazionale e federale, intendendo con questo un’agenzia nazionale che determini le condizioni di pari diritti, pari prestazioni, pari risorse su tutto il territorio nazionale e contemporaneamente agenzie regionali modello Arpa, che abbiano la conoscenza e il rapporto con il territorio. In Umbria abbiamo esperienze importanti, sono in bilico al pari di quelle di tutta Italia e noi dobbiamo porci da qui alla fine dell’anno il tema di come assicuriamo certezze e servizi in un corretto rapporto pubblico – privato che può dare risultati positivi se c’è un quadro di certezze e anche di risorse”.
Il consigliere Mariotti ha replicato definendo “assolutamente condivisibile la risposta. È importante l'attenzione che l’assessore ha posto e la sollecitazione ad avviare da subito un confronto anche con gli altri livelli istituzionali, con le forze sociali, con gli stessi operatori, con le organizzazioni sindacali per cercare di avere un quadro di quello che si è realizzato. C'è un bisogno assoluto che dentro il consesso delle regioni si porti avanti immediatamente un’azione nei confronti del Governo perché sulle politiche attive del lavoro, di fronte alla crisi strutturale che abbiamo, non si possano più avere i numeri e il quadro che rappresentava anche l’assessore. Sarebbe il caso che si cominciasse a ragionare dentro il quadro di riordino istituzionale che abbiamo davanti, come mettere in atto un programma di riprofessionalizzazione dei lavoratori che possono essere utilmente orientati verso questi servizi, e come far convergere in modo coerente anche le risorse della nuova programmazione europea dentro questo settore”.




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