Carissimo compagno Enrico Flamini,

la tua puntualizzazione alla vigilia dell’inaugurazione della targa lapide alle medaglie d’oro al valor militare della Guerra di liberazione, che l’Anpi provinciale di Perugia ha voluto apporre a Pietralunga e che nessun altro ente, né locale, né regionale in 70 anni ha sentito l’esigenza culturale di proporre, può sembrare speciosa e punitiva, ma invece, secondo noi, esalta l’importanza della scelta e della cerimonia civile. In effetti non critichi il significato, ma piuttosto l’organizzazione. Devi però convenire che siamo arrivati a realizzare il progetto. La politica dell’Anpi, come sai benissimo perché sei un iscritto, è avulsa dai condizionamenti partitici e non si accoda alle scelte occasionali e temporanee dei processi partitici, ma si attesta sempre sulla difesa dei principi assoluti costituzionali. Il nostro metodo è articolato, a volte difficoltoso oppure non chiaro, ma questo è il nostro comportamento e la nostra intenzione. Forse necessita di aggiustamenti e di maggiore partecipazione, come emerge dal tuo scritto, e per questo motivo, ormai da tre mesi, abbiamo aperto la conferenza di organizzazione, che pensiamo di portare a termine nel mese di febbraio, con l’obiettivo che nuove persone si possano dedicare responsabilmente con molteplici incarichi all’ampliamento dell’Anpi.

Nel nostro caso noi non abbiamo voluto fare una passerella del Pd, ma abbiamo invitato le istituzioni, perché così è necessario nella cerimonia di scopertura di una targa dedicata ai combattenti e volontari per la libertà, fondatori della Repubblica. Ora è accaduto che coloro che vengono come rappresentanti della Repubblica siano anche iscritti all’Anpi, e di questo ne siamo felici e ci sentiamo anche garantiti per la buona riuscita della manifestazione. Anzi la scelta è stata fatta proprio controllando l’appartenenza alla nostra associazione e non c’è stata nell’intenzione alcuna relazione partitica. Posso invece osservare come la tua critica sia fatta con la lente del partito, che lo antepone all’Anpi.

Il progetto realizzato a Pietralunga, perché unica città umbra decorata al valor militare della Resistenza e perché luogo dell’unico monumento ai partigiani della regione, non è stato pensato con intenzioni di esaltare la locale brigata partigiana Proletaria d’urto San Faustino, perché sarebbe stato riduttivo e discriminante, ma con una visione regionale e rappresentativa di tutti i partigiani umbri. A ben ragione, all’inizio si era proposta anche la sezione di Spoleto che può contare nel proprio distretto ben 6 decorati fra i 16 menzionati nella lapide. Tanto più che da 35 anni è guidata da un combattente della brigata partigiana Melis che ha vissuto i fatti citati nella lapide. È improprio pretendere di dare visibilità solo al localismo, perché noi abbiamo altri partigiani e altre situazioni simili. L’invito scritto a partecipare, considerata la specificità dell’evento, è stato spedito a tutti i nostri 14 partigiani viventi. Quindi non può essere invocata la testimonianza del caro partigiano di Pietralunga (dove ve ne sono invece due e altri testimoni oculari) tra gli interventi del pubblico, perché diverrebbe elemento istituzionale. Così come di esperti degli avvenimenti resistenziali ne abbiamo in tutte le sezioni e non solo a Pietralunga. 

Non penso, infine, che sia il caso di continuare a difendere l’iniziativa di alcuni anni fa, ma unilaterale del Prc, di istituire una fondazione storica della regione per ricordare i fatti del 1943-1945, comprensiva di tutte le associazioni che nel ricordo potrebbero sorgere, ma nella quale scomparirebbe l’Anpi, potendo venire anche  a trovarsi in ballottaggio con quelle, riabilitate, della Rsi. Neppure puoi pretendere di avere il copyright dell’idea di istituire un museo della Resistenza (una realtà messa in piedi da decenni in molte città, quindi diffusa e assorbita dalla nostra coscienza resistenziale), perché ne sentivo già parlare nelle riunioni dei Comitati provinciali, composti ancora da molti partigiani, nel lontano 1999, quale strumento necessario conservativo ed educativo.

Sostenendo particolarismi partitici e soggettivismi locali, i quali mai hanno avanzato i proponimenti che tu descrivi, nel diritto della tua piena libertà personale e di parola, hai mosso una critica pubblica all’Anpi nel momento della sua maggiore tensione ed esposizione, la quale potrebbe produrre un inciampo o una denigrazione, e che potrebbe essere letta anche come antiassociazionismo.

Con simpatia e con i migliori saluti.

Giovanni Simoncelli, vicepresidente provinciale Anpi Perugia

 

Condividi