Sinistra Gualdo: Giunta Morroni al capolinea col disonore del commissariamento
In ogni democrazia che si rispetti, chi è stato chiamato pro tempore a governare un Paese o una Città è sottoposto alle regole della rappresentanza sancite dagli ordinamenti costituzionali e dalle leggi di diritto pubblico. Nessuno può ritenersi un consacrato ad una missione non contendibile e nessuno può considerarsi irremovibile da una poltrona perché presume con tracotanza che dopo di lui venga il diluvio universale.
Così, a Gualdo, se questo Sindaco e la sua Giunta non godono più neanche del favore e del sostegno della loro stessa maggioranza è bene che se ne vadano a casa e può essere un male minore, sopportabilissimo ed assolutamente temporaneo, che al loro posto giunga un commissario che ci risparmi mesi e mesi di un'amministrazione comunale solo dedita ad una campagna elettorale vuota, asfissiante e questa sì insopportabile, fatta sotto l'egida dello scudo biancorosso e pagata coi soldi di tutti; così come eviti alla nostra Città una pericolosa immersione nel clima torbido e limaccioso, di sospetto, minaccia e rivalsa tutte reciproche, che vi sta prendendo corpo per esclusiva responsabilità delle destre, quale coda velenosa delle loro dilanianti contrapposizioni, sia di quelle berlusconiane che s'erano date l'impegno di “cambiare davvero”, sia di quelle più democristianamente mielose della “Gualdo che ci sta a cuore”.
Il probabilissimo commissariamento del nostro Comune è dunque un disonore solo per il Sindaco, per la sua Giunta e per tutti gli altri protagonisti della maggioranza che hanno consumato da subito la loro luna di miele, si sono accapigliati realizzando una situazione istituzionale di litigiosità permanente, hanno disatteso tutte le promesse, hanno inanellato tutta una serie di insuccessi e di fallimenti, hanno malamente sopportato il peso delle loro responsabilità ed hanno dimostrato così miseramente di non saper amministrare la nostra Città secondo l'interesse generale e facendo della lotta alla crisi economica e sociale la loro obbligata preoccupazione prioritaria.
Le ultime, sguaiate e convulse vicende di questa Giunta e della maggioranza che fu portano solo questo segno e l'arrivo di un commissario, nelle condizioni oramai date, se è una gogna inevitabile che segnerà in eterno la memoria delle loro gesta, non è una iattura per la Città come si vorrebbe far credere, ma diventa un passaggio a questo punto obbligato ed una garanzia per ristabilire, nel breve lasso di tempo che ci separa dalle elezioni, una situazione di serenità istituzionale ed amministrativa, prima che un buon bagno elettorale sanzioni a dovere il fallimento di questa esperienza, porti una buona politica in consiglio comunale ed incarichi una nuova amministrazione a fare il bene comune dei gualdesi.
Gli spauracchi e le prospettive spettrali per la nostra Città che vengono artatamente evocate in questi giorni non possono che incontrare solo la credulità di chi si affida agli oroscopi e agli stregoni o di quelle anime belle che soffrono di una smemoratezza politicamente ispirata e che si rifiutano di ammettere l'esito fallimentare a tutto tondo di coloro cui si accordò il proprio consenso.
Questa ridicolissima fabbrica della paura, questa frenetica propaganda che agita il rischio di chissà quali cataclismi per la comunità incontra solo il favore della claque residua e sempre più sparuta delle destre o di chi si vede minacciati i propri interessi particolari tutelati nell'azione amministrativa di questa Giunta oggi all'epilogo.
Il bilancio di previsione che stenta ad essere varato in esclusiva ragione della fine della maggioranza ha in realtà – e da tempo – il carattere di un bilancio consuntivo, senz'altro anche a causa delle vicissitudini cui tutti i Comuni d'Italia sono stati condannati dal governo delle larghe intese. Di conseguenza, tutti gli impegni di spesa verranno comunque rispettati anche in regime di commissariamento e di ordinaria amministrazione, per quanto quasi tutte le spese iscritte a bilancio siano di fatto già state effettuate nel corso dell'anno contabile che va per chiudersi.
Parimenti, questo stesso bilancio di previsione che viene esaltato come una pozione magica ed irrinunciabile sarebbe stato comunque irricevibile e da respingere, almeno da parte nostra ed in ragione delle scelte che vi si fanno e che da tempo abbiamo approfonditamente contrastato nei dettagli con la nostra Operazione verità: su tutto ciò sarebbe senz'altro stato meglio confrontarci in consiglio comunale, a viso aperto come è nostro costume – cosa per cui saremmo pronti in qualsiasi momento –, ma all'uopo ci ha finalmente facilitato i compiti il venir meno del consenso in una parte della stessa maggioranza, cosa di cui la Giunta si dovrà pur fare una ragione.
In questo contesto non sono accettabili i richiami alla responsabilità delle opposizioni – che rispediamo al mittente – , né sugli obblighi democratici di procedere alle surroghe (il consiglio s'è comunque insediato, ma s'è preferito deliberare il regalo svendiGualdo sulle pensiline fotovoltaiche), né sull'incredibile balletto delle tasse (gli sconti sull'IMU che si sarebbero vanificati per disinteresse – guarda un po' – delle opposizioni, riguardano solo i proprietari dei capannoni, sono minimi e non compensano certo i salassi perpetrati da questa Giunta negli anni precedenti, peraltro pesantemente confermati anche in quello di cui si parla, sulla Tares o sull'addizionale Irpef, per la generalità dei cittadini e senza particolari precauzioni per una maggiore giustizia sociale da agire doverosamente in favore di tutti quelli che tra essi sono più travolti dalla crisi).
L'unica vera iattura per Gualdo sarebbe perdere altro tempo nell'assistere alla propaganda sudamericana di un Sindaco che non s'è fermata neanche in questi giorni a forza di gigantografie disseminate qui e là e a forza di bollettini di giubilo da calendario dell'Avvento inviati in tutte le case dei gualdesi. L'unica responsabilità cui ci sentiamo ligi in questa situazione è pertanto quella di mandarlo a casa insieme alla sua Giunta, di abbattere una delle ultime enclaves berlusconiane e di costruire quell'alternativa popolare, civile e di sinistra all'altezza delle sfide amministrative che si pongono e delle dure prove che la nostra Città è chiamata ad affrontare.
Volendo parafrasare l'ultimo manifesto del Sindaco, crediamo veramente che stia iniziando una nuova storia per Gualdo e questo inizio coincide proprio con la fine della Giunta di Morroni, Monacelli, Vecchiarelli e compagnia, una parentesi chiusasi in fretta e con disonore ed inesorabilmente condannata a declinarsi come participio passato del verbo amministrare una Città.
Da qui in avanti, l'unico compito cui ci dedicheremo con assoluta dedizione è la ricostruzione di un progetto e di una speranza per una Città così frastornata dalla sofferenza economica e sociale, in progressiva perdita di coesione ed in preda ad una vera e propria crisi di identità culturale. Un progetto ed una speranza che restituiscano ai cittadini fiducia nella politica migliore e nelle Istituzioni della democrazia municipale. Una prospettiva che rimetta nelle loro mani le sorti di Gualdo: a questo fine lavorerà la sinistra, quella vera, da protagonista cruciale dell'alternativa che abbiamo tracciato in questi anni di opposizione e dell'inversione radicale di rotta che si rende necessaria anche nell'orizzonte delle politiche cittadine.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

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