Le intercettazioni in Umbria. Quelle lecite e quelle illecite
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Una fiera ad hoc, a Milano, offre ogni anno strumenti di intercettazione, anche a basso costo. Così può succedere che anche un'anonima casalinga possa finire spiata (illegalmente, certo) o un "quisque de populo" scopra di essere stato fatto oggetto di intercettazioni "fai da te" con microspie incredibili (perché dalle forme più strane) e per di più di costo limitato. Come i grandi della terra, che ora si rimpallano responsabilità sullo spionaggio di cui sono stati, di volta in volta, protagonisti o vittime, denotando una bella dose di ipocrisia.
"Spioni e spiati" è stato il tema dell'incontro del lunedì al Morlacchi affrontato dall'Accademia del Donca con Sandro Allegrini, quale conduttore, dal magistrato Alberto Bellocchi e dai giornalisti Italo Carmignani, Giuseppe Castellini e Alvaro Fiorucci.
Gli Stati difendono la loro sicurezza interna ed esterna con strutture più o meno segrete (gli 007) e reprimono i reati con le intercettazioni telefoniche e ambientali. Non é storia dei nostri giorni, anche se oggi gli strumenti sono più sofisticati. Basta leggere i testi classici per scoprire come le spie fossero già utilizzate nell'antichità. Ricordate Sinone (Iliade) o le spie Assire, Egiziane, Persiane, Greche (Damarato), Ebree (Giosuè - lo cita la Bibbia - che inviò fedeli servitori per conoscere le difese di Gerico)? Ripeteva Napoleone, uno che se ne intendeva, che "sono state decise più battaglie dalle spie che dai cannoni". Nulla di nuovo sotto il sole, insomma.
Gli ultimi dati disponibili - risalgono al 2009 - dicono che in Italia le intercettazioni legali (quelle chieste dai pm e concesse dal gip, per reati che prevedono una condanna superiore ai 5 anni di reclusione) sono state intorno alle 140mila. Si consideri, tuttavia, che ogni soggetto intercettato fa e riceve telefonate: il numero degli "spiati" nelle loro conversazioni sale insomma a dismisura. La spesa complessiva, nel 2009, dello Stato é stata di circa 4 miliardi di lire. Somma alla quale vanno aggiunti i costi delle traduzioni. Spesso macchinose, come quella legata ad una frase in stretto dialetto sardo, intercettata dalla magistratura perugina nel quadro di una inchiesta su un terribile fatto di sangue e di rapine, per la quale sono state necessarie ben quattro perizie...
In Umbria il distretto giudiziario con il record di intercettazioni é, per ovvi motivi (il numero di abitanti e l'ampiezza territoriale), quello di Perugia. Il boom si é registrato negli ultimi anni, anche se non mancano casi di intercettazioni in epoche precedenti (cioè ai tempi del telefono fisso), quando a decidere era la figura del giudice istruttore. Utili, anzi utilissime le intercettazioni per reprimere i reati più gravi e dare sicurezza ai cittadini. In questo "mare magnum" non sono mancati, tuttavia, fatti particolari o vere e proprie chicche. Politici, amministratori, industriali, professori, commercianti, professionisti sono finiti nei registratori delle sale d'ascolto delle procure. Anche molti giornalisti, per esempio, si sono accorti, leggendo le carte processuali dei casi seguiti, di essere stati intercettati. Ma infinite "tranche de vie" dei soggetti più diversi, che magari non c'entravano nulla con il reato da perseguire, sono venute alla luce.
Come le telefonate erotiche partite dall'apparecchio fisso di un politico umbro, finito nel mirino di una inchiesta. A farle erano gli operai, stranieri, che durante i lavori nell'abitazione del committente, si ristoravano dalle fatiche chiamando i call center più hot... Accanto alle intercettazioni legali, ecco poi quelle abusive. Negli annali della giustizia umbra rifulge quella - inizi anni Novanta - di un marito che, con l'aiuto di un detective privato di una nota (all'epoca) agenzia di investigazioni perugine, piazzò un accrocco in casa per spiare il telefono della moglie sospettata di scappatelle extraconiugali. Lei se ne accorse (le donne ne sanno sempre una in più del diavolo, no?) e citò il coniuge geloso e l'investigatore privato a giudizio. I due furono, a buona ragione, condannati e la signora si trovò in tasca un bel gruzzolo e si liberò del coniuge.

Recent comments
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago